Sgarbi annuncia le dimissioni da sindaco di Sutri: «O si piegano o vado dal prefetto»

Sgarbi annuncia le dimissioni da sindaco di Sutri: «O si piegano o vado dal prefetto»
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 24 Agosto 2018, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 10:03
«Non ci sono le condizioni per proseguire l’esperienza di sindaco a Sutri; la cecità e il disinteresse per il bene della città hanno superato ogni limite, per l’insensata spartizione di posti. Me ne vado da Sutri e dalla Tuscia che io amo più di loro, perché l’ho scelta, e non ci sono arrivato per nascita o per destino». Così Vittorio Sgarbi, sindaco di Sutri, in un comunicato in cui annuncia il suo addio alla fascia tricolore. «La partita è finita. Mi dimetto il 21 settembre»

E' sempre più bufera su Sutri. Sono passati poco più di due mesi da quando l’onorevole di Forza Italia Vittorio Sgarbi è diventato sindaco, ma siamo già alle torte in faccia. Dopo gli insulti da parte del consigliere di maggioranza Matteo Amori, cognato del vice sindaco Felice Casini, sono dovuti intervenire i carabinieri. Chiamati proprio da Sgarbi, che ha voluto presentare un esposto e ora minaccia di rivolgersi al prefetto per chiedere lo scioglimento dell’amministrazione.

Onorevole, quindi l’esperienza da sindaco è chiusa?
«Il problema sono loro: se rientrano nella linea democratica, che non vuol dire riunioni chiuse di maggioranza per avere dei posti, allora va bene. D’altra parte posso nominare gli assessori che voglio e loro se vogliono possono sfiduciarmi, non me ne frega niente. Io non ho niente da perdere: se vogliono piegarsi, come è giusto che facciano, okay, se invece pretendono di avere chissà che cosa allora si torna a votare e vincerà il loro nemico, Lillo Di Mauro davanti alla loro miseria. Io non mi ricandido più, facciano quello che vogliono, non mi candido con della gente così».

Si devono dimettere Amori e Casini?
«Le condizioni sono che si dimetta l’unico che si è comportato male in maniera palese, che è questo Amori, se poi Casini vuole morire con lui, andare fino alla fine come ha scritto su Facebook, si dimetta anche lui, che oltretutto non è neanche in consiglio comunale. Oppure si dissocia. Terza ipotesi, Amori si scusi. Così lo riammetto in consiglio comunale, se no alla prima seduta chiamo i carabinieri e lo faccio cacciare. Per me non è più consigliere, non ho alcuna intenzione di discutere con della gente bugiarda. Bugiardo Casini, bugiarda la Cacchiarelli: mi hanno ingannato con una riunione di giunta che per loro era di maggioranza. In non faccio riunioni di maggioranza perché non me ne frega niente, hanno avuto tutto quello che doveva avere, gli assessori sono tutti loro, cosa vogliono da me? Stavo facendo anche il presidente del consiglio, innestato nello statuto d’accordo con la minoranza, oltretutto per darlo ad Amori, cosa dovevo fare di più? Lavoro per atti, non per riunioni segrete, dove non avrei dovuto neanche ammettere la Di Seri, che è il capo della Lega, né quello del mio movimento. Sono io che stabilisco le riunioni e il luogo. Se vogliono si riuniscano loro e non mi rompano. Imparino l’educazione, il rispetto per il sindaco e le istituzioni».

Pensa veramente che la situazione a Sutri sia peggiore di quella di Salemi?
«Certo, lo scioglimento lì fu ingiusto perché nessuno mi condizionava. C’era un patto politico, come qui. Tanto che tutti gli assessori sono loro, io non ne ho neanche uno, e hanno pure il vice sindaco. L’accordo politico si chiama politico, quello familistico si chiama mafioso. E loro vogliono fare l’accordo familistico. Pretendono di fare l’assessorato al parco? Ma sono io il presidente del parco, ho bisogno avere assessora la Cacchiarelli? Ma che roba è? Questa bambina è di un’arroganza insostenibile, non rispettano alcuna alleanza politica, fanno solo delle cordate familistiche e questa si chiama mafia. Che poi non si esprima con la violenza è un’altra cosa, ma si esprime con l’arroganza».

Quindi andrà veramente dal prefetto?
«Se continuano con questo atteggiamento, certo. Il prefetto deve verificare il buon funzionamento dell’amministrazione. Lo scioglimento poi lo fa il ministro dell’Interno: fortuna vuole che abbia ottimi rapporti con Salvini, mio amico, e loro abbiano maltrattato anche la sua rappresentante. Con quale faccia la ritengano un’estranea? E’ incredibile. La discriminazione che fanno nei confronti della Di Seri è intollerabile: vuol dire che la famiglia locale è più importante del movimento politico».
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