Sutri, la fascia tricolore da Sgarbi ad Amori, il neo sindaco: «Per lui le porte saranno sempre aperte»

La speciale dedica del primo cittadino e la stoccata alla Lega

Sutri, la fascia tricolore da Sgarbi ad Amori, il neo sindaco: «Per lui le porte saranno sempre aperte»
di Massimo Chiaravalli
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Martedì 16 Maggio 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 20:01

Da Vittorio Sgarbi a Matteo Amori. È lui il nuovo sindaco della «antichissima Sutri». Con il sottosegretario sotterra subito l’ascia di guerra, con la Lega invece un po’ meno.

Sindaco, sta festeggiando? «Siamo arrivati ora in piazza - dice, appena ufficializzata la vittoria - ci sono circa 400 persone e stiamo stappando qualche bottiglia». Come pensa di cambiare Sutri? «Cambiare è un parolone, innanzitutto inizieremo dall’ordinario, che è quanto mancato in questi anni. Sicuramente proseguiremo sulla strada tracciata da Vittorio Sgarbi, perché noi non siamo per distruggere ma per costruire. Implementeremo il turismo, manterremo ciò che di buono è stato fatto. Sgarbi resterà sempre un amico della nostra antichissima città: per lui le porte saranno sempre aperte».

Un segnale di distensione, dopo più di un attrito. «Ma è lui che li crea - continua - il mio unico intento è lavorare per migliorare Sutri: non ho tempo né energie da disperdere in attriti e schermaglie che lasciano il tempo che trovano».

Sul perché il centrodestra abbia scelto di affidarsi a lui, piuttosto che all’ex sindaco, non ha una risposta: «Questa è una domanda da fare a loro e non a me». Centrodestra, o meglio Forza Italia e Fratelli d’Italia, perché la Lega era per Sgarbi.

A proposito, come sono i rapporti ora con i verdi? «A Sutri è inesistente. Penso che non abbia tessere se non quella del coordinatore locale, che tra l’altro è stato candidato in una lista di centrosinistra e non è stato neanche capace di farsi eleggere». Cambiando capitolo, ecco a chi dedica la fascia tricolore: «A tutti i miei concittadini, a mia mamma che purtroppo è in ospedale - conclude Amori - e non mi ha potuto seguire, e per tutta la mia famiglia. Mio figlio in primis».

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