Prima c’erano state la Jet capsule, un’imbarcazione avveniristica, poi l’Ifo, un drone in grado di trasportare persone, quindi l’Ufo, una casa galleggiante extralusso, e Waya, una città galleggiante ispirata dall’architettura Maya e dai templi giapponesi. Adesso si punta sul made in Italy doc, con la Vespa d’acqua. «La stiamo già costruendo – dice Lazzarini – e sarà in vetroresina, con la cocca in resina: la sovrastruttura sarà dunque molto leggera».
Per guidare una moto d’acqua sopra i 40 cavalli di potenza serve la patente, ma non per questa. Due le versioni che saranno realizzate: una elettrica e l’altra con un motore a due tempi, a miscela. «La seconda quindi – continua – sarà proprio come la vecchia Vespa». I costi? Circa 25 mila euro la prima e 19 mila l’altra. La versione elettrica avrà un’autonomia di tre ore, entrambe potranno raggiungere una velocità massima di 32 nodi. «Il motore è quello di uno scooter a 330 cc – spiega il designer viterbese – e arriva dal Giappone».
Pensa al futuro ma non dimenticare mai il passato: questo è il motto che ha applicato Lazzarini alla sua ultima idea. Sulla quale ha coinvolto anche Trippini, il meccanico del Poggino diventato uno dei restauratori di Vaspa Piaggio più rinomati d’Europa. Quello che, in coppia con Emanuele Pintus, si è aggiudicato l’ultima edizione del talent show “Lord of the bikes” in onda su Sky e incentrato quest’anno proprio sulla storica due ruote della Piaggio. «Se uniamo le forze, sai che roba viene fuori», aveva pensato Lazzarini prima di contattarlo. «Ci siamo confrontati – conclude – Simone era entusiasta e contento di questa collaborazione. Lui si occuperà della scocca, io della parte acquatica». Insomma, sulla Vespa salgono in due. Tra l’altro, senza che nessuno gli possa fare la multa.
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