La scoperta ha imposto uno stop ai lavori e l’arrivo della Soprintendenza per i Beni Archeologici che ha provveduto a recintare l’area avviando immediatamente uno scavo stratigrafico per documentare il ritrovamento. Solo dopo che saranno effettuate le indagini archeologiche, con foto, piante, sezioni e repertamento l’area verrà restituita alla ditta per il proseguo dei lavori.
Tuscania è certamente un luogo di straordinario interesse storico e archeologico. La storia del suo popolamento ha inizio dall'Età del Bronzo. Dalla seconda metà del IV a tutto il III sec. a.C., il centro tocca l'apice del suo splendore: il complesso abitativo si accentra sui colli di S. Pietro, del Rivellino (nei pressi del luogo del rinvenimento) e di Poggio fiorentino. Agli inizi del Medioevo appare come una fiorente diocesi. Nel 1300 viene occupata dalle forze del Campidoglio: è un episodio decisivo; la città passa dalla sottomissione alla Chiesa a quella del Campidoglio, fino al 1354, quando il Card. Albornoz la recupererà alla Chiesa. Ma con le carestie del Trecento e con la peste nera nel 1349, la popolazione diminuisce, tanto che la cerchia muraria si deve restringere, tagliando fuori il quartiere della Civita.
Dal Quattrocento Tuscania diviene un modesto centro dello Stato Pontificio. Le ossa e gli scheletri non erano a profondità elevata ma erano coperti da poca terra e da sampietrini.
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