Sodalizio, Sandro Rossi: «Lì sotto serve esperienza, il prossimo capofacchino dovrà essere formato»

Sodalizio, Sandro Rossi: «Lì sotto serve esperienza, il prossimo capofacchino dovrà essere formato»
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 17 Gennaio 2019, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 13:15

«Lì sotto 200 persone ti affidano la vita: il capofacchino non è solo quello che tiene il passo». Sandro Rossi lo fa da dodici anni e ora ci riprova. Perché «al momento non vedo chi possa ricoprire questo ruolo». Facchini di Santa Rosa, sotto col voto e fermi: ieri sono state consegnate le candidature, il 26 tutti alle urne.

A contendergli il posto c’è Romolo Tredici: che ne pensa l’attuale capofacchino? «Bravissima persona, ottimo Facchino, nulla da eccepire». Ma di lasciargli la guida della Macchina non se ne parla. «Mi ricandido – dice Rossi - perché un capofacchino va formato, serve esperienza. I prossimi tre anni serviranno a questo, ad affiancarmi persone per capire chi potrà prendere il mio posto. Come ho fatto io: quando ho iniziato, Bruno Gemini e Nello Celestini mi hanno aiutato e indirizzato».

Un punto di forza? «Il mio rapporto con i Facchini: parliamo e ci guardiamo negli occhi, conosco i loro genitori, i figli, i problemi. Quando si presentano a fare la prova, ognuno di loro si porta dietro un carico diverso. Con me si confidano, c’è un rapporto umano, di fratellanza e solidarietà».

Difficile individuare il momento più bello di questi dodici anni. «Sono stati meravigliosi, forse il primo quando ho avuto al mio fianco Gemini: mi ha spiegato un sacco di cose che vorrei trasmettere. Il ruolo del capofacchino non è solo tenere il tempo o dare valutazioni sulle prove: è una cosa molto più grande. E non credo che chi si è candidato insieme a me sia idoneo». Con il presidente Massimo Mecarini si è creato un “sodalizio”. «Con lui abbiamo raggiunto il top – spiega Rossi - senza nulla togliere agli altri: erano ottimi presidenti nel momento in cui sono stati eletti. Ma oggi lui è la persona più opportuna per i rapporti che da anni tiene con tutte le istituzioni. Abbiamo toccato traguardi irraggiungibili, che 10 anni fa sembravano impossibili. Nessun Facchino sa quanto impegno mette della sua vita privata. E’ stato in grado di relazionarsi con tutti. E’ un patrimonio del Sodalizio, che ormai è diventato troppo importante».

Squadra che vince, per Rossi non si cambia. Far uscire la divisa solo il 2 e 3 settembre, come auspicato dall’altra cordata? «Per entrambi i ruoli – conclude - chi arriverà dopo di noi dovrà fare meglio: non si può tornare indietro».

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