Un serio pericolo per il futuro degli oltre 500 dipendenti coinvolti nel Viterbese, tra i quali i 170 dell'Ipercoop nel capoluogo. «I negozi con perdite strutturali - denuncia Donatella Ayala, segretaria Filcams - sono ormai visti come un peso. Ai sindacati i vertici aziendali hanno specificato che alcuni punti vendita sono sotto sorveglianza proprio perché i conti vanno male. Oltre all'Ipercoop, ci preoccupa il futuro di Tuscania e di Orte, dove sta per aprire il Conad. In ogni caso, non consentiremo tagli a personale o stipendi». Il nuovo piano industriale prevede di iniziare con la cessione di 8 punti vendita nel sud del Lazio. Ma il pericolo che poi si salga fino al nord è concreto.
«Il confronto al Mise - spiega Elvira Fatiganti, responsabile UilTucs - è stato positivo perché il ministero ha spinto la cooperativa a fermare il progetto e ad aprire un tavolo di confronto. Vogliamo arrivare a una soluzione, a patto che non avvenga la cessione dei punti vendita e che vi sia un piano industriale affidabile». Ma il nodo non sta solo nelle vendita di supermercati e iper: il timore è che Unicoop Tirreno possa tagliare il salario accessorio, diminuendo le buste paga, e rivedere il patto di salvaguardia contro gli esuberi siglato a maggio 2017. Dalla Cisl, Aldo Pascucci registra l'alta adesione allo sciopero e afferma: «Noi dobbiamo salvaguardare i posti di lavoro e le retribuzioni contro i giochi al ribasso dell'azienda. Vogliamo che la crisi della Coop venga affrontata senza che a pagare siano i dipendenti».
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