Sicurezza carceri, penitenziari in piazza: «Stato di agitazione permanente»

La manifestazione dei sindacati
di Maria Letizia Riganelli
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Martedì 21 Marzo 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 12:58

La pioggia di ieri mattina non ha fermato la manifestazione indetta dalla polizia penitenziaria. Le sigle sindacali del settore si sono ritrovate a piazza del Comune per sottolineare anche una volta le condizioni in cui si trovano i carceri, quello di Viterbo in primis, e quelle relativa alla sicurezza degli agenti.

A chiedere interventi urgenti per gli istituti penitenziari sono le sigle sindacali Sappe, Sinappe, Osapp, Uilpa, Uspp, Fns Cisl ed Fp Cgil. «Questa manifestazione - ha spiegato Maurizio Orlandi della Fns Cisl è la prima di tante altre che si susseguiranno, perché vogliamo essere ascoltati dalle istituzioni e dalla politica. E lunedì prossimo, 27 marzo, parteciperemo a quella regionale sotto il carcere di Regina Coeli». Diversi i temi messi sul tavolo dai sindacati, dalle condizioni del lavoro alla gestione del carcere di Viterbo. «Le condizioni di lavoro - hanno spiegato i sindacai - non sono sostenibili. Nessuna sembra accorgersene, per questo dichiariamo fin da ora lo stato di agitazione». I punti su cui batto i rappresentanti degli agenti penitenziaria di Viterbo sono noti: la carenza dell’organico e la sicurezza.

«I poliziotti quotidianamente rischiano la propria incolumità, senza mezzi di difesa, vittime di aggressioni spesso violente e cruente.

La tutela del lavoro - spiega ancora Orlandi - passa dalle nuove nuove assunzioni. Per questo chiediamo a gran voce che vengano inseriti in organico altri agenti, che le istituzioni facciano più assunzioni. Ne va della nostra sicurezza, ma anche di quella dei detenuti che spesso sono allo sbando. Forse non è chiaro, ma il 90% dei detenuti durante la giornata è aperto, questo genera conflitti proprio come accaduto pochi giorni fa quando un detenuto è finito in ospedale con un codice rosso. Ovviamente se la penitenziaria è sotto organico il rischio si triplica per loro e per noi. Purtroppo la situazione è difficile, ogni giorno siamo di meno e i carichi di lavoro sono insopportabili, è un bollettino di guerra. Le istituzioni - conclude - devono intervenire subito. E continueremo a scendere in piazza finché non saremo ascoltati».

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