Un sottosegretario naturalizzato viterbese, o quasi. Vittorio Sgarbi è stato nominato alla cultura ieri dal presidente del consiglio dei ministri Giorgia Meloni. Uscito da quel ruolo il forzista Francesco Battistoni - era all’agricoltura - è rimasto il Vittorio nazionale a fare le veci, e la voce, di Viterbo. Perché nel capoluogo è assessore alla bellezza nella giunta Frontini e pure sindaco di Sutri, anche se ora resta da capire se e quale incarico lascerà per strada.
Al momento non può ancora assicurare nulla, nel bene e nel male. «Non mi pare ci sia incompatibilità - dice il neo sottosegretario - ma è una questione di opportunità, a seconda della quantità dell’impegno e della vastità dell’azione. È ancora presto per dirlo». Eventualmente lascerebbe Sutri o Viterbo? «Posso lasciarle entrambe o nessuna delle due, non ho fatto però questa valutazione. Occorrerà capire come ci divideremo il lavoro con il ministro Sangiuliano, quindi a quel punto si capirà se sia giusto che io rimanga o meno». Quando scioglierà il nodo? «Non so, devo vedere, non ho ancora un ufficio».
Lo storico e critico d’arte dunque non ha certezze, neanche se manterrà il suo incarico di assessore alla bellezza, con il quale ha appena inaugurato la mostra su Michelangelo. Ha anche annunciato l’intenzione di dimostrare che le opere di Sebastiano del Piombo in realtà sarebbero proprio del genio toscano. «Abbiamo due Michelangelo a Viterbo - ha spiegato al taglio del nastro - che passano sotto il nome di Sebastiano del Piombo, per dirla alla Vasari. Nel senso che Sebastiano è un grande pittore veneziano, quindi ha il difetto di non essere toscano, fa bellissimi paesaggi, però non può essere un grande disegnatore. Vasari insiste che il disegno della Pietà, e parte della Flagellazione, sia di Michelangelo. Potremmo forse dire per la prima volta in maniera sonora che ha ragione».
Il legame con il capoluogo e la Tuscia comunque resterebbe in piedi.
E questo potrebbe essere un punto a favore della candidatura di Viterbo a capitale europea della cultura.