Il sindaco Sgarbi debutta con la fascia: «Chi non conosce Sutri capra è»

Il sindaco Sgarbi debutta con la fascia: «Chi non conosce Sutri capra è»
di Massimo Chiaravalli
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Martedì 12 Giugno 2018, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 21:53

«Chi non conosce Sutri capra è». Ed è subito show. Con la sua lista Rinascimento il critico d'arte Vittorio Sgarbi (foto) è diventato il nuovo sindaco con il 58,79 per cento. E ha subito anticipato che vorrebbe dare la cittadinanza onoraria «al mio nuovo amico Luigi Di Maio». Lillo Di Mauro, consigliere di opposizione uscente, con la lista civica Sutri si è fermato al 41,2.

La esse, un portafortuna: come Sutri, ma anche come San Severino e Salemi, che fanno di Sgarbi l'unico sindaco di tre diversi comuni. I 2.207 voti ottenuti valgono al critico, che è anche parlamentare di Forza Italia, 8 seggi, mentre grazie alle sue 1.547 preferenze Di Mauro ne porta a casa quattro. Soddisfatto dell'esito del voto? Tutt'altro. «Mi aspettavo un risultato più ampio dice - almeno il 75 per cento. Nonostante le evidenti qualità del mio antagonista, la parte che non aveva è quella dell'apertura al mondo». Subito una battuta per chi ha scelto Di Mauro: «Quelli che non mi hanno votato verranno perseguitati, quasi quasi mi dimetto e rifaccio le elezioni».
Lo sconfitto l'ha presa sportivamente, tendendo subito la mano al vincitore: «Sutri ha il suo sindaco ha detto Di Mauro - auguri a lui e ai consiglieri e alle consigliere elette. Ora e tempo di riporre ogni attrito elettorale e collaborare, ognuno con il ruolo affidatogli dagli elettori, al bene della città e dei suoi cittadini».

Sgarbi ieri è tornato nel paese della Tuscia, 6.600 abitanti, da neo sindaco, indossando la fascia tricolore e incontrando il suo predecessore Guido Cianti. «Chi non conosce Sutri capra è. Ho frequentato sempre Viterbo, chi arriva qui resta stregato. E ora voglio che anche quel 41 per cento che non mi ha votato diventi ricco grazie a me», dice. In mente ha già le prime cose che farà da sindaco: «Cambiare la viabilità, l'ufficio del sindaco e l'illuminazione». E poi c'è sempre l'idea di far nascere una sede espositiva per grandi mostre internazionali, ovvero il museo della Tuscia, su cui si è già confrontato con il vescovo Romano Rossi.

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