Minaccia di morte la moglie del suo migliore amico per costringerla a fare sesso, condannato a un anno e due mesi di reclusione. Si è concluso ieri il processo, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, a un 50enne - difeso dall’avvocato Paolo Delle Monache ieri sostituito dalla collega Simona Mancini - accusato di violenza sessuale e stalking nei confronti di una 57enne di Capranica.
La donna dopo essere rimasta da sola perché il compagno si era trasferito a Roma per problemi di salute ha subito l’”assalto” del migliore amico di lui. «Sono stata costretta a trasferirmi a Roma - ha raccontato in aula la vittima -, perché quello che per dieci anni è stato il miglior amico del mio compagno non la smetteva di tormentarmi e mettermi le mani addosso. Una volta mentre salivo le scale di casa con la spesa mi ha palpeggiato il sedere. E quando gli ho detto si smetterla ho iniziato a ritrovarmelo ovunque». L’imputato avrebbe pedinato la donna ogni giorno, l’avrebbe spiata e quando il suo rifiuto si è fatto più deciso ha iniziato a insultarla verbalmente e tramite messaggi.
«Se mi incontrava per strada - ha detto ancora la donna - mi dava della prostituta e mi sputava. E’ stato un inferno.
Fino a che la donna disperata non ha deciso di chiudere la pizzeria e tornare a Roma dal compagno. Compagno che non è mai riuscito a testimoniare perché affetto da patologie che non gli permettono di deambulare. Durante la discussione la pm ha chiesto una condanna a un anno e 8 mesi per entrambi i capi di imputazione. Il collegio, al termine della camera di consiglio, ha condannato l’imputato a un anno e due mesi per il solo reato di violenza sessuale. Assolto per lo stalking. Il 50enne dovrà anche risarcire la vittima per 3.500 euro.