L'altra faccia del Natale: sempre più poveri, la Caritas si è mobilitata

L'altra faccia del Natale: sempre più poveri, la Caritas si è mobilitata
di Renato Vigna
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Mercoledì 26 Dicembre 2018, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 17:45
L'altra faccia del Natale a Viterbo è quella che non fa rumore né scintilla con luci colorate. Basta fare pochi passi dalle vie animatissime del centro dove in questi giorni in migliaia si godono le attrattive, per scoprire il volto più autentico dello spirito natalizio. Il volto è quello della Caritas. Come ogni anno, sotto le festività l'impegno si fa maggiore. E quest'anno si allarga.

«Siamo pronti per condividere un Natale e un Capodanno a servizio di chi, senza la disponibilità di tanti volontari e amici, sarebbe solo o senza festa. Vi chiediamo di pubblicizzare questa iniziativa alle persone sole della vostra comunità, offrendo loro la possibilità di vivere un'occasione di incontro all'insegna della gioia e della solidarietà. In particolare vi chiediamo di estendere l'invito soprattutto ai giovani e a coloro che hanno la voglia di fare festa, per davvero, con il cuore. Grazie», è il messaggio che il direttore Luca Zuncheddu sta diffondendo in città.

Gli appuntamenti della sera del 24 e quella del 31, dalle 19 alla mensa della Caritas, hanno avuto un obiettivo ambizioso: non solo fornire un pasto, ma creare quel senso di famiglia che rende unico il Natale. «Ha chiamato anche un viterbese che si è separato da poco e sta vivendo un momento di particolare tristezza. Con noi ci saranno anziani, persone sole, senza fissa dimora. Ma quest'anno - spiega Zuncheddu - vorremmo coinvolgere anche i giovani. La vera gioia è che alcune famiglie ci hanno contattati per trascorrere con noi quelle due serate, anziché andare al ristorante, al fine di condividere insieme un processo culturale nuovo, basato sulla prossimità e l'attenzione per gli altri. Il nostro è anche un intento pedagogico verso la comunità». Il tutto in una cornice di festa, allietata da musica e karaoke.

Ma la Caritas, che resiste come baluardo di prossimità e accoglienza verso i più deboli, da gennaio attiverà anche due servizi che renderanno un po' meno dura la vita di chi ha perso una casa o è arrivato a Viterbo nella speranza di trovarne una, ma non ce l'ha fatta: a gennaio, sempre nello stabile che ospita la mensa in via San Leonardo, sarà attivato un servizio doccia per il momento operativo dalle 9 alle 11 per tre giorni a settimana, ovvero il lunedì, il giovedì e il sabato. Inoltre, sarà anche possibile lavare i vestiti, visto che fornirà i gettoni per le lavanderie presenti in città e fornirà anche prodotti per l'igiene oltre a biancheria pulita.

«Abbiamo anche l'intenzione - continua Zuncheddu - di aprire un centro che rimanga fruibile anche il giorno, per affiancare il dormitorio che è sempre pieno. Stiamo lavorando con la diocesi per capire come trasformare il centro diocesano in uno spazio di accoglienza e accompagnamento che sia operativo durante tutta la giornata, offrendo anche laboratori occupazionali e barbiere. Stiamo, poi, cercando di studiare come ampliare i posti notturni per combattere il freddo invernale». Al momento la Caritas ne ha 15 a disposizione, che però non bastano. Sul fronte degli immigrati, «a Viterbo la situazione è di preallarme: dobbiamo capire come procederà l'applicazione del decreto sicurezza e per ora monitoriamo con Cas, Acli e altre associazioni», fa sapere.

Intanto due famiglie con minori, che rischiano di finire per strada, sono state riprese in carico dai Centri di accoglienza, anche dopo l'intervento della Caritas. Ma la soluzione è solo temporanea.
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