A Viterbo e provincia, qualsiasi cosa accada in Regione dove la riconferma di Zingaretti (a ieri sera) sembra certa, il centrodestra si appresta a tornare sui ponti di comando di varie unità amministrative. Il trend, come dicono quelli bravi, è netto: con Fratelli d'Italia e Forza Italia, insieme all'ingombrante alleato leghista, in grado di occupare una buona metà dello spazio politico, nel Viterbese non c'è margine per altri.
Se non nel ruolo di comprimari, di portatori d'acqua. La doppia affermazione di Francesco Battistoni al Senato e di Mauro Rotelli alla Camera riflette già i futuri campi di azione su cui giocare le partite elettorali in casa. Molto avranno da fare, i due, per dare spazi operativi e rappresentativi alle rispettive formazioni, ampiamente lievitate in questa campagna elettorale che aveva segnato in anticipo l'orientamento dell'elettorato.
Questo lascia intuite che difficilmente il centrodestra viterbese farà prigionieri, in vista del match imminente per la rivincita su palazzo dei Priori. Farà poche alleanze perchè non servono. E poi perché il centrosinistra le comunali le ha perse quasi da subito, con il notaio Michelini autolimitato a mettere il bollino alle scelte politiche - e non amministrative - della sua parte di maggioranza di riferimento (domenica sonoramente trombata). E i 5 Stelle? Anche nel 2013 alle politiche furono il primo partito, per poi sciogliersi alle comunali. E anche stavolta l'impressione è che la partita avrà lo stesso pronostico.
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