Santa Rosa, il Trasporto raccontato dalle foto dei ragazzi di liceo e università

Santa Rosa, il Trasporto raccontato dalle foto dei ragazzi di liceo e università
di Carlo Maria Ponzi
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Lunedì 12 Novembre 2018, 11:07
Santa Rosa: le cose e le persone. Santa Rosa: le persone e le cose: il libro fotografico, ideato dagli studenti del laboratorio fotografico dell'Università della Tuscia e dai loro omologhi del liceo scientifico Ruffini del capoluogo, sarà presentato oggi, alle 16, nell'aula magna del rettorato di Santa Maria in Gradi.

L'incontro sarà introdotto da Giovanni Fiorentino, direttore del Disucom (dipartimento di Scienze umanistiche, della comunicazione e del turismo) che poi lascerà il microfono al rettore Alessandro Ruggieri; il sindaco Giovanni Arena; la dirigente del Ruffini, Maria Antonietta Bentivegna; Raffaele Ascenzi, ideatore di Gloria, la Macchina di Santa Rosa che è stata al centro dell'attività degli studenti; Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio dei facchini; i docenti Unitus, Gian Maria Di Nocera (Paletnologia); Simona Rinaldi (Musei e critica d'arte); Giovanni Tosatti (Storia dell'amministrazione e della comunicazione pubblica).

Saranno presenti i ragazzi autori del progetto.
«Questo secondo volume della collana edita da Sette Città spiega Fiorentino - presenta una doppia copertina in quanto le immagini sono organizzate secondo due percorsi narrativi: Santa Rosa, le persone e le cose, narra il contesto vissuto, le persone, le espressioni di festa, le relazioni sociali che segnano il momento straordinario. Santa Rosa, le cose e le persone, si concentra invece sul dettaglio lussureggiante, i particolari delle cose che animano la Santa Rosa viterbese». Da qui una grafica, cui ha atteso Andrea Venanzi, che richiama il quadrato di Instagram, strumento originario scelto dal team per condividere gli scatti.

Se il primo volume raccontava Viterbo nelle 48 ore del 2 e del 3 settembre 2016, il secondo penetra nelle viscere della Macchina, si sofferma sui volti, i gesti, i sorrisi, il sudore, la fatica dei Facchini e fa risaltare piccoli dettagli che solo le fotografie sono in grado di cogliere durante le fasi del secolare trasporto del campanile che cammina che, posato sul sagrato del santuario, fa gridare inevitabilmente al miracolo.
 
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