Sanità, quasi 400 tra medici e infermieri prorogati per un anno. Cisl: «Poi la stabilizzazione»

Sanità, quasi 400 tra medici e infermieri prorogati per un anno. Cisl: «Poi la stabilizzazione»
di Federica Lupino
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Domenica 4 Dicembre 2022, 05:45 - Ultimo aggiornamento: 19:53

Sono circa 365 i precari in odore di stabilizzazione all’interno della Asl di Viterbo. Si tratta di sanitari del comparto, ovvero infermieri, assistenti sociali o sociosanitari, tecnici della prevenzione, ma anche della dirigenza, ovvero medici a tempo determinato o con contratti libero professionali. La maggioranza di loro è stata chiamata dall’azienda sanitaria per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e ora la Regione Lazio, grazie a un accordo con i sindacati, li ha prorogati sino a dicembre del 2023 (sarebbero altrimenti scaduti a fine mese). Nel frattempo saranno espletate tutte le procedure per trasformare il loro rapporto di lavoro ora precario a tempo indeterminato. Almeno questo sulla carta, visto che precedenti accordi in tal senso non sono stati rispettati a livello di tempistiche. Intanto, alcune procedure per specifiche figure professionali sono già iniziate.

È il risultato del protocollo d'intesa siglato nei giorni scorsi dai confederali con l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. "Per ridurre le liste di attesa e per implementare i servizi previsti dal Pnrr come il potenziamento della sanità territoriale -  dichiara - dobbiamo investire sul personale sanitario”. Rivendica il risultato Stefano Bonori, segretario aziendale della Cisl Fp presso la Asl . “Il pressing dei sindacati, Cisl in primis – commenta – sta dando i suoi frutti.

Questo è un punto di inizio per eliminare il precariato nella pubblica amministrazioni, soprattutto nella sanità dove questa condizione comporta un aumento delle liste di attesa derivante anche dalla carenza di personale. La precarizzazione della sanità mette a rischio i Lea, livelli essenziali di assistenza e non garantisce le prestazioni nei tempi previsti con ulteriori costi per lo Stato”.

Sono 4.800 i lavoratori interessati a livello regionale, dei quali poco meno del 10% nel Viterbese. Dopo la sigla dell’accordo, ogni Asl pubblicherà degli appositi avvisi per formare specifiche graduatorie in base anche all’anzianità di servizio. Potranno rispondere quanti hanno maturato 18 mesi di servizio di cui almeno sei nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022. Quest’ultimo punteggio sarà aumentato del 75% nel caso in cui il servizio sia stato prestato nell’azienda sanitaria viterbese e del 50% per le altre Asl del Lazio.

“Le procedure – fa notare Bonori – si devono però incastrare all’interno di vincoli specifici, come quello del tetto di spesa per il personale. Dopo gli anni di commissariamento che hanno impedito le assunzioni, finalmente si può comunque ripartire”.

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