«Siamo assolutamente d’accordo sulla bellezza ambientale e naturale dell’area del lago di Vico, come è stato più volte sottolineato nella trasmissione», hanno sottolineato le associazioni attraverso Famiano Crucianelli, presidente del Bio-distretto, e Antonella Litta, referente Medici per l’ambiente-Isde. «Non è certo un caso – hanno ricordato - se proprio per il pregio del suo ecosistema, il lago sia un sito d’importanza comunitaria e dal 1982 sia stato dichiarato Riserva naturale, per preservarne «l’equilibrio biologico e la potabilità delle sue acque».
Poi la contestazione: «Siamo sorpresi che nella trasmissione non si sia fatto alcun cenno, neppure in forma problematica, degli effetti distruttivi provocati dalla coltivazione intensiva del nocciolo, sulla biodiversità e sulle acque del lago. I noccioleti che arrivano a sfiorare le acque del lago non sono soltanto una ricchezza – come si è unilateralmente affermato in trasmissione – ma anche un enorme problema».
Secondo gli ambinetalisti la compromissione delle acque del lago «è nota da anni ed è stata al centro di studi e ricerche di istituzioni, dall’Istituto superiore di sanità al Cnr, dall’Università della Tuscia alle università di Roma, e una ricca documentazione testimonia la situazione critica del lago, le cui acque non sono utilizzabili da anni come potabili per cause diverse, ma sicuramente una e fondamentale è costituita dall’uso ultradecennale di fertilizzanti e fitofarmaci chimici nelle vaste aree coltivate a noccioleti».
I rilievi sono stati mossi «non per amore della polemica o di un richiamo alla completezza e obiettività dell’informazione, ma perché siamo convinti che oggi possiamo ancora recuperare il lago e l’area che lo circonda».
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