Saldi, una partenza col freno a mano: le previsioni sono nere

Saldi, una partenza col freno a mano: le previsioni sono nere
di Luca Telli
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Giovedì 6 Agosto 2020, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 18:58
I saldi non decollano. Primi giorni deludenti e previsioni della vigilia, con un brusco calo della spesa per singoli (60 euro) e famiglie (circa 130), rispettate. Poche persone in giro e ancora di meno quelle che superano la soglia dei negozi.

Maglia nera ancora per il settore cerimonie ma non va meglio per gli altri, risultato: per il comparto abbigliamento l'ipossia è destinata a prolungarsi. Di più perché nelle indiscrezioni del decreto agosto, in arrivo a giorni e dal contenuto ancora incerto, sembra ci sia largo spazio per i ristoranti ma meno per l'abbigliamento, con i milioni di euro ipotizzati per le attività dei centri storici, da distribuire sotto forma di rimborso o di finanziamento a fondo perduto per le aziende, che potrebbero perdersi per strada. Tra rassegnazione e speranze di riprese, con il bilancio rimandato a metà settembre quando i saldi dopo sei lunghe settimane si chiuderanno, tra i commercianti domina il realismo e la rinnovata presa di coscienza di un presente avvolto nel filo spinato e di un futuro davanti pieno di ostacoli.

«Di gente in giro ce n'è poca - spiega Giovanni Riccardo Scuderi, titolare di uno storico negozio del centro storico -. La partenza è stata molto fiacca. Il motivo? Non saprei: agosto è un mese tradizionalmente difficile in città, molti viterbesi sono fuori. Ma c'è anche un altro discorso da fare: tanti preferiscono spendere soldi in altra maniera». Colpa dell'incertezza che viene dall'autunno che avanza. A cui si aggiunge il boomerang della liberalizzazione delle svendite del primo luglio (30 giorni prima del via dei saldi ufficiali) e il crollo delle presenze turistiche: un torrente ridotto a un rigagnolo dell'emergenza sanitaria e incapace di riempire gli inariditi canali commerciali.
«Parlare di saldi ormai ha poco senso - spiega Romina Petretti, titolare di un negozio in via Marconi -. Le attività sono costrette a ripetere campagne promozionali più volte nel corso dell'anno per sopravvivere. Il gettito che garantivano fino a qualche anno fa è oggi un miraggio». Un mercato in stagnazione in cui una manca un traghettatore capace di aiutare le imprese a superare il guado. Barlumi di vita si vedono nel centro storico, con alcune saracinesche tornate a alzarsi, ma il piano per il rilancio ipotizzato dalla litigiosa giunta Arena ha ancora i contorni frastagliati.

Titubanza alla quale si aggiunge il problema del caro affitti, tallone d'Achille che mette a serio rischio la maggioranza delle imprese.
 
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