Sacrario: montagne di cocci di vetro e mini disacriche accolgono i turisti a Viterbo

Sacrario: montagne di cocci di vetro e mini disacriche accolgono i turisti a Viterbo
di Simone Lupino
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Venerdì 19 Agosto 2022, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 18:48

Dalla zona di Porta Fiorentina fino al quartiere Pilastro: nelle ultime settimane sono “esplose” in città varie situazioni di degrado che hanno spinto la nuova amministrazione comunale a intervenire subito con provvedimenti d’emergenza. Si tratta quasi sempre di problemi che si trascinano da tempo senza soluzioni.  Anche in zone più vicine al centro. Basta un giorno al Sacrario e intorno a piazza Martiri d’Ungheria, dove in questi giorni transitano tanti turisti (secondo dati di Federlaberghi Viterbo alla vigilia del lungo week end lungo di Ferragosto risultava prenotato l’80% delle camere), per rendersene conto.  E tra sole due settimane c’è anche il Trasporto.

Ebbene, immaginando di essere un viaggiatore appena arrivato a Viterbo per ammirare le sue bellezze, nel tragitto tra l’ufficio turistico e il centro storico vi imbattereste subito in un monte di cocci di vetro.

E’ questo l’effetto che provocano centinaia di bottiglie vuote gettate nel pendio tra il parcheggio del Sacrario e via El Alamein. E dire che da qui ci si dovrebbe affacciare per ammirare la maestosità di Palazzo dei Papi.  Invece birre, superalcolici, acqua: oltre la ringhiera a terra sull’erba ci sono contenitori vuoti di ogni genere. Addirittura più strati di bottiglie sedimentate. Tra i cocci di vetro spuntano rifiuti di ogni genere: una racchetta e un paio di vecchi rollerblade. Le bottiglie assediano anche il marciapiede. Segno evidente che qui l’ordinanza antibivacco non ha sortito molti effetti.

Spostandosi verso il centro della piazza, non se la passa meglio la fontana dedicata al Paracadutista d’Italia. Il monumento è senza acqua e la vasca viene utilizzata come una sorta di gigantesco cestino dell’immondizia, senza alcun rispetto neanche per la memoria. All’interno pacchetti vuoti di sigarette, cartacce e lattine di bibite varie. Anche qui bottigliette di plastica e di birra.

Hanno assunto l’aspetto di una discarica i vecchi bagni pubblici in via Cesare Dobici, a due passi dal Corso. Lungo le scalette esterne si trovano ammassati uno sull’altro addirittura sacchi pieni d’immondizia. Una situazione di degrado che nessuna amministrazione è riuscita mai a sanare. Anzi, allo stato attuale è addirittura peggiorata. Di recente si era parlato di una possibile demolizione dell’intera struttura. Ma intanto cosa ci vuole a tenere pulito? C’è anche un problema di sicurezza pubblica. Il piccolo spazio verde che sovrasta i bagni è un campo minato. I lucerani a terra dai quali filtrava la luce per illuminare i locali interrati dei bagni sono stati scoperchiati. Erano stati chiusi alcuni anni fa con le lamiere per evitare possibili incidenti, ma alcune di queste protezioni sono state rimosse dai vandali e i vetri dei lucernai mandati in frantumi. La zona è recintata ma aperta a tutti. Sull'altro lato della strada sono gusti da illo tempore i due bagni con la cabina a gettone. Uno bloccato con la porta aperta. Una apparizione che salva il turista quella dei bagni funzionanti e super puliti sotto la pensilina.

Il visitatore deve fare attenzione anche quando si cammina in strada. Interi tratti di pavimentazione si presentano bucherellati, sia i marciapiedi sia le strisce pedonali. Che fine fanno i sampietrini “saltati”? Si trovano ammassati vicino ai cestini dell’immondizia. Sotto ogni cestino una piccola montagna di sampietrini. Piccoli monumenti al degrado.

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