Ristorazione, emergenza stagionali nella Tuscia: boom di offerte. Ma è polemica sul reddito di cittadinanza

Ristorazione, emergenza stagionali nella Tuscia: boom di offerte. Ma è polemica sul reddito di cittadinanza
di Federica Lupino
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Mercoledì 27 Aprile 2022, 21:21

Riparte il turismo e con esso anche le assunzioni. Il settore della ristorazione, soprattutto, in queste settimane è interessato da numerose richieste di personale in vista della stagione estiva ormai alle porte. La fine quasi totale delle restrizioni, dopo due estati segnate dalla pandemie, fa presagire un boom di presenze. Un’occasione d’oro per il settore del food, tra quelli più colpiti dalle chiusure imposte dal Covid. “Cercasi camerieri e barman anche part time!!! Daje raga’ lavorare è bello!!! Più del reddito di cittadinanza!!!”, scrive ad esempio il Fish Market, la famosa risto-pescheria del capoluogo. 

Di annunci come questo sono pieni i social network. E se non sono gli stessi titolari a fare riferimento al reddito di cittadinanza, accusato di essere un disincentivo al lavoro, lo fanno i commentatori sotto gli annunci. Anche il lake resort La Bella Venere sul lago di Vico è alla ricerca di diverse figure professionali: barista, cameriere, aiuto cuoco. “Questo è il risultato del reddito di cittadinanza”, scrive un utente di Facebook. E un’altra rincara: “Conosco aziende, attività, esercizi commerciali che cercano personale, ma tutti quelli che si presentano per lavorare vogliono farlo senza contratto per non perdere il reddito di cittadinanza”.

In questo caso, a smentire queste ricostruzioni ci pensa la stessa proprietà: “Pubblichiamo questi post al fine di raccogliere dei curriculum di persone che possano essere interessate a lavorare in questo settore.

Ad onor del vero stiamo ricevendo diverse richieste. In caso di esubero, giriamo i contatti ai colleghi di zona interessati!”. Insomma, candidature arrivano, almeno sulle sponde del lago di Vico.

E anche il sindacato offre un’altra versione di come funzioni al momento il mercato del lavoro. “Proprio nei giorni scorsi ho ricevuto un viterbese – racconta Fortunato Mannino, segretario della Cisl – che da anni lavorava a chiamata per un’azienda locale. Quando si è permesso di contestare le condizioni di impiego, non è stato più contattato e ora sta chiedendo la disoccupazione”. Il nodo per Mannino sarebbe proprio questo: “Se chi cerca lavoratori stagionali applicasse il contratto nazionale siglato da Cgil, Cisl e Uil, il personale si troverebbe. Se invece – accusa – si pagano i dipendenti per poche ore anche quando lavorano tutto il giorno, se non si riconoscono gli straordinari, se la tredicesima è una chimera così come il trattamento di fine rapporto, per non parlare del diritto alla malattia non contemplato, allora si capisce perché non tutte le offerte trovano riscontro”. 

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