L’emendamento della maggioranza sulle linee guida del prossimo bando rifiuti è diventato un “salvo intese”. Ovvero: la riduzione delle isole di prossimità, che il dirigente Eugenio Monaco ha stimato valere un incremento dei costi di 600 mila euro, si farà se e quando si troveranno le risorse. Mai, secondo il capogruppo del Pd Alvaro Ricci, perché il lungo iter necessario farebbe sforare la scadenza dell’appalto ponte, il 31 agosto. E in maggioranza c’è già chi ha votato contro, Vittorio Galati della Lega.
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Ma soprattutto ieri in commissione c’è stato un altro scivolone, di cui non si è accordo nessuno: si è votato solo l’emendamento, non la delibera. Era stato proprio il capogruppo del partito di Salvini, Andrea Micci, a illustrare la novità: «Abbiamo modificato l’emendamento. La riduzione del 20 per cento delle isole di prossimità si farà compatibilmente con le risorse del piano economico e finanziario». Subito la replica di Ricci: «Praticamente è un salvo intese, cioè niente. Un capolavoro. Il piano economico finanziario deve essere conforme alle linee guida, non viceversa. Ci state prendendo in giro».
«Ci riserviamo di reperire i fondi, nel Pef – ha risposto Micci - vedremo come andare a coprire i costi». Le somme a disposizione indicate nelle linee guida sono 12,4 milioni l’anno, per quattro anni più due. «Il ragioniere capo Ivana Rasi e il dirigente Eugenio Monaco – ha spiegato il sindaco Giovanni Arena - hanno espresso parere positivo».
E a proposito di costi, ha chiesto lumi Massimo Erbetti (M5S). E sulla risposta di Monaco poi Arena ha sbottato. «La trasformazione del 20 per cento delle isole – ha spiegato il dirigente - è naturale che comporti un aggravio di spesa, calcolata in circa 600 mila euro, da coprire con la Tari». In altre parole, dovrebbe essere aumentata la tariffa. E infatti il sindaco non l’ha presa bene: «C’è la volontà, non si deve neanche quantificare. Entro il 30 giugno si valuterà come procedere».
Giacomo Barelli (Azione) ci ha messo il carico così: «Non si può risolvere scrivendo poi si vedrà, sono tre anni che aspettiamo di vedere, perché non siete stati capaci». L’emendamento è stato approvato per 6 voti a 5. Della delibera invece si sono scordati un po’ tutti.