Rifiuti, così aumentarono le tariffe
Nella Tuscia l'ombra di Manlio Cerroni

Rifiuti, così aumentarono le tariffe Nella Tuscia l'ombra di Manlio Cerroni
di Federica Lupino
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Domenica 12 Gennaio 2014, 15:28 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 11:12

VITERBO - Viterbo rischia di trasformarsi nella pattumiera di Roma. Non bastavano i rifiuti di Rieti nella discarica Le Fornaci di Monterazzano: ora, secondo l’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Equitani, nel sito vengono conferiti anche quelli di due comuni della Capitale, ovvero Formello e Trevignano Romano. Con tanto di determina regionale datata 18 dicembre che autorizza il trasferimento, a insaputa degli amministratori locali. In pratica, la Regione avrebbe condonato quanto Ecologia Viterbo, la societ che gestisce la discarica e l’impianto di trattamento di Casale Bussi, accusata dalla Provincia di fare da mesi: a fine 2013, Palazzo Gentili ha infatti denunciato in Procura il presunto conferimento illegittimo - perch allora senza autorizzazione - dei rifiuti romani Viterbo.

Da tempo la gestione dell’immondizia provoca mal di pancia agli amministratori locali. Sempre Equitani, nel 2011 fece da collante tra i Comuni della Tuscia che impugnarono con successo al Tar la richiesta di arretrati per 20 milioni di euro (interessi compresi), avanzata proprio da Ecologia Viterbo. Il nodo era quello delle tariffe applicate per il trasporto in discarica a partire dal 2000.

L’OMBRA DI CERRONI

Ed è qui che l’ombra dell’inchiesta romana che ha portato all’arresto di sette persone - tra cui il patron di Malagrotta, l’avvocato Manlio Cerroni e Bruno Landi, amministratore di Ecologia Viterbo - si allunga sulla Tuscia. Gli impianti di trattamento e conferimento dei rifiuti solidi urbani nel Viterbese sono infatti riconducibili proprio all’avvocato. Lo si legge nell’ordinanza del Tribunale di Roma: «Le quote sociali (di Ecologia Viterbo, ndr) sono equamente suddivise tra le imprese Ecologia 2000 spa e Viterbo Ambiente srl. Delle due, la Ecologia 2000 è riconducibile, attraverso collegamenti indiretti (sistema delle scatole cinesi) a Manlio Cerroni».

COMUNI DANNEGGIATI

A maggio 2011, sui 60 Comuni del Viterbese piomba la richiesta di pagare circa 20 milioni di euro. Tanto Ecologia Viterbo sosteneva di vantare in base a un lodo arbitrale - un compromesso con la Regione - del 2005. Vicenda in cui, scrivono gli inquirenti romani, «Ecologia Viterbo ha lucrato molto dai comuni del territorio». Come? Grazie alla nomina del dirigente regionale Luca Fegatelli - ai domiciliari - a presidente del collegio arbitrale «finalizzato a dirimere il contenzioso (sulle tariffe, ndr) insorto tra la Regione e la Ecologia Viterbo». Cosa stabilì il collegio? «Il diritto della società - si legge - di ottenere una tariffa di ingresso dei rifiuti più alta di quella stabilita dalla Regione con propria delibera del 2000 (93,3 euro a tonnellata anziché 79,2, ndr) e addirittura la retroattività della pretesa dal 2000 nei confronti di tutti i comuni che avevano conferito in discarica, senza che fossero mai coinvolti».

L’ARRESTO DEL FUNZIONARIO

E perché Fegatelli è stato arrestato? «Per sviamento di potere in favore del privato imprenditore in spregio al dovere di imparzialità del pubblico dipendente», accusano i pm romani. Una partita non chiusa: contro il pronunciamento del Tar che ha accolto il ricorso dei Comuni viterbesi, la società di Cerroni si è rivolta al Consiglio di Stato. Si attende il secondo grado di giudizio.

LE NUOVE TARIFFE

Un mese fa la Regione, di nuovo con determina, ha stabilito le nuove tariffe. E anche in questo caso si preannuncia una battaglia legale tra Provincia e Ecologia Viterbo. «Gli uffici regionali - spiega Equitani - ci hanno dato ragione stabilendo per il 2009 una quota inferiore a quella applicata nel 2005. Per il 2011, una sempre più bassa di quella richiesta da Ecologia Viterbo». Insomma la società dovrebbe restituire ai viterbesi diversi soldini. «Per non risarcirci - rivela l’assessore - ha già annunciato ricorso al Tar».

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