Rifiuti da Roma, il tmb di Casale Bussi dice no: «Siamo già al massimo»

Rifiuti da Roma, il tmb di Casale Bussi dice no: «Siamo già al massimo»
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Venerdì 5 Luglio 2019, 15:34

Rifiuti, Viterbo dice no a Roma. Anche se la Regione, in collaborazione con il ministero dell'Ambiente, ha già pronta l'ordinanza per disporre per motivi di urgente necessità di tutela dell'ambiente, che tutti gli impianti di trattamento nel Lazio garantiscano la massima operatività per accogliere rifiuti da Roma.

La Capitale soffoca sotto l'immondizia e chiede aiuto. Sul tavolo la necessità di collocare circa 600 tonnellate di rifiuti indifferenziati che ogni giorni Ama, la spa dei rifiuti del Campidoglio, non riesce a trattare, visti i lavori di manutenzione nei due Tmb di Malagrotta. Rifiuti che restano in strada, creando seri rischi di ordine igienico-sanitario, complici le temperature torride. Secondo alcune informazioni circolate, tre impianti nel territorio regionale avrebbero risposto positivamente alla ricerca avviata dalla Regione - dopo una lettera scritta da Ama - per trovare strutture nel Lazio disposte a prendere in carico parte dell'eccedenza. Ma non si tratta di Viterbo: dal capoluogo della Tuscia il rifiuto è netto.

A smentire le voci contrarie ci pensa l'amministratore delegato di Ecologia Viterbo, la società che gestisce l'impianto di Casale Bussi sulla Teverina. «Sì, è vero: sono tornati alla carica chiedendoci la disponibilità a raddoppiare le tonnellate che attualmente arrivano da Roma. Ma noi abbiamo risposto di no», chiarisce l'ad Piepaolo Lombardi. «La richiesta è arrivata un paio di giorni fa, ma abbiamo specificato che più di quanto già facciamo non possiamo», specifica. Da quasi un anno, infatti, Ecologia Viterbo ha accettato di ricevere e lavorare fino a 100 tonnellate di rifiuti romani al giorno. Ogni settimana, il totale dell'immondizia in arrivo dalla Capitale si aggira tra le 600 e le 700 tonnellate.

«Ciclicamente, di solito a ridosso dell'estate o prima delle festività quando la produzione di rifiuti aumenta continua Lombardo ci viene choesto di accoglierne di più. Ogni volta rispondiamo allo stesso modo: diamo aiuto nei limiti dell'operatività dell'impianto e dell'autorizzazione regionale».

Accordare un aumento significherebbe infatti sovraccaricare il sistema di trattamento dei rifiuti della Tuscia, che già si fa carico da anni dell'immondizia reatina. E conclude Lombardi: «Se Roma non si deciderà a realizzare nuovi impianti, l'emergenza non potrà risolversi».
 
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