Riciclaggio e frode fiscale: la Finanza sequestra a otto persone beni per 21 milioni di euro

Riciclaggio e frode fiscale: la Finanza sequestra a otto persone beni per 21 milioni di euro
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Giovedì 5 Marzo 2020, 11:57
Riciclaggio e frode fiscale: la Guardia di finanza sequestra quote societarie, denaro, immobili, fondi di investimento e auto di lusso per 21 milioni di euro.
 
L'operazione è stata messa a punto ede eseguita dal comando provinciale di Viterbo, in esecuzione di un provvedimento del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma. Il sequestro preventivo riguarda beni su tutto il territorio nazionale e all'estero. Costituiti da un lato quote di società, con finalità impeditiva; dall'altro denaro, fondi d'investimento, partecipazioni societarie, veicoli e moto di lusso, nonché beni immobili fino a un valore di oltre 21.000.000 euro.

La misura riguarda 8 persone tra amministratori di fatto e prestanome di società operanti nel settore della distribuzione al dettaglio, pulizie di edifici, trasporti e facchinaggio. Per tutto le ipotesi di reato di concorso riguardano la frode fiscale, indebite compensazioni e riciclaggio. Tra i beni sottoposti a vincolo ha particolare risalto un fondo d'investimento estero di circa due milioni e mezzo di euro.

La complessa attività investigativa è conseguente a un intervento eseguito, nel giugno 2017, dalla compagnia di Viterbo presso i locali di un supermercato di generi alimentari del Viterbese, risultato gestito di fatto da un imprenditore romano. Le ricerche, estese dai militari nel locale/ufficio dell'amministratore di fatto della società gestore del market, permettevano di trovare documentazione amministrativa, contabile ed extracontabile, nonché numerosi timbri ad inchiostro riconducibili a diverse società, tutte con sede dichiarata a Roma. Ma in realtà, come si è scoperto nel corso delle indagini, impiegate esclusivamente per l'emissione e l'utilizzo di fatture
false. 

 Le successive attività investigative, condotte dai Finanzieri del Comando Provinciale di Viterbo sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, hanno infatti permesso di accertare una truffa sistematica commessa nei confronti dell'erario e degli istituti previdenziali, perpetrata dai titolari di uno studio commercialistico di Roma attraverso un gruppo di società che hanno presentato dichiarazioni fraudolente, indicando costi fittizi per euro
18 milioni al fine di ottenere un credito IVA, quantificato in euro 3 milioni e mezzo, risultato essere inesistente ed utilizzato successivamente per compensare il versamento di ritenute fiscali e di contributi previdenziali, che invece sarebbero stati tenuti a effettuare.

 
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