Re Carlo III, l'amore per la Tuscia: la scuola a Villa Lante e Santa Rosa. I ricordi di Fioroni, Michelini e Celestini

Re Carlo III, l'amore per la Tuscia: la scuola a Villa Lante e Santa Rosa. I ricordi di Fioroni, Michelini e Celestini
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 10 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:13

God save the king. Anche perché è uno che ha amato la città dei Papi. Dopo la morte della regina Elisabetta, Carlo III è re, ma da principe di Galles negli anni ’90 aveva stretto un legame profondo con la Tuscia, tanto da stabilire a Villa Lante la sede dei corsi estivi della sua scuola di architettura di Oxford. Questo accadeva nel 1991, ma tornò altre volte: a vedere la Macchina di Santa Rosa nel 1993 e a Caprarola nel 1995. Il ritorno di fiamma nel 2017, quando la Pietà di Sebastiano del Piombo fu esposta alla National Gallery a Londra. Lo ricordano benissimo i sindaci dell’epoca, Giuseppe Fioroni e Leonardo Michelini, e Lorenzo Celestini, che da capofacchino fece fare una girata in onore di Carlo in piazza del Plebiscito.

Chi ha avuto a che fare più di tutti con l’attuale re d’Inghilterra è stato Fioroni. «Ha dato alla città una straordinaria opportunità - dice - di cui gli saremo eternamente grati: individuare Viterbo come sede della sua scuola di architettura, a Villa Lante. Era appassionato di arte, storia e cultura italiana, di etruschi, medioevo e rinascimento. Dal giardino all’italiana iniziò anche a occuparsi del riordino dei centri storici: la sua scuola lasciò un progetto anche su quello di Viterbo all’amministrazione che arrivò dopo la mia, guidata da Meroi».

I ricordi riaffiorano subito, vissuti a braccetto con l’allora prefetto Mario Moscatelli: «Mi colpì l’attenzione che poneva sul recupero dei beni culturali - era innamorato della nostra storia. Assistette al Trasporto della Macchina di Santa Rosa dall’ultima stanza della Prefettura - continua Fioroni - per poter cogliere la discesa da piazza Fontana grande a piazza del Plebiscito. Restò meravigliato ed estasiato. A riprova di questo, quando incontrò Michelini nel 2017 gli chiese come stavano Viterbo e la Macchina, a dimostrazione di questo grande attaccamento alla città».

Dopo Carlo a Villa Lante ci fu anche l’incontro bilaterale Italia – Francia, alla presenza del presidente Mitterand. Con Fioroni sindaco, il principe di Galles è venuto almeno tre o quattro volte: «Due a Villa Lante, poi per Santa Rosa e a Caprarola». Com’è il nuovo Re? «Una persona di una cultura infinita - commenta l’ex sindaco, di una cordialità incredibile».

E a proposito della festa del 3 settembre, nel 1993 Lorenzo Celestini era capofacchino: «Lo abbiamo visto in Prefettura - spiega - gli ho regalato il libro che avevo scritto qualche anno prima sui Facchini. L’incontro è durato poco, giusto un brindisi e una foto ricordo». E poi la girata in suo onore in piazza del Plebiscito: la Macchina era Sinfonia d’archi. L’ultima tappa viterbese è stata nel 1995, il 4 agosto a Caprarola. A palazzo Farnese con lui c’erano anche Vittorio Sgarbi, allora presidente della commissione Cultura a Montecitorio, il regista Franco Zeffirelli e Paolo Portoghesi.

L’ultimo legame con Viterbo ce l’ha avuto il 14 marzo del 2017, ma a Londra: la Pietà era andata in trasferta. E lì l’ex sindaco Michelini lo ha incontrato insieme agli assessori Giacomo Barelli e Antonio Delli Iaconi. «Un incontro che ti segna - racconta Michelini - perché hai a che fare con quello che poi sarebbe diventato re. Conosceva molto bene il nostro territorio, si ricordava dei giardini all’italiana, della Macchina di Santa Rosa. Giardini, archeologia, ma anche i nostri laghi vulcanici. Il museo era aperto, quella stanza con la tela però era blindata. Me lo sono trovato davanti, me la sono cavata col mio inglese scolastico. Una persona veramente cordiale, normalissima».

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