Colpo alle poste di Canino, sul cellulare del rapinatore spuntarono le bottiglie di spumante

Tribunale
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Mercoledì 5 Ottobre 2022, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 19:32

Bottiglie di spumante dopo la rapina. Ma era solo un “innocente” immagine inviata sul telefono di Bruno Laezza. E’ ripreso con la testimonia dell’ispettore della Polstrada, Mauro Di Paola, il processo per la rapina alle poste di Canino del 28 novembre 2020. Unico imputato è il 37enne viterbese Bruno Laezza. Tutti gli altri, compreso il direttore della filiale, sono stati già condannati in primo e secondo grado con il rito abbreviato, che gli ha permesso un notevole sconto di pena.

Laezza, che è stato già dichiarato capace di intendere e volere dal perito del Tribunale di Viterbo, secondo l’accusa, sarebbe stato uno dei tre esecutori materiali del colpo. «La polizia stradale - ha spiegato l’ispettore - è intervenuta sulla Castrense appena arrivata la notizia della rapina. E lì è stata fermata una Lancia Y rossa con alla guida l’imputato. A bordo c’erano anche altre Riccardo Carloni Modesti e Roberto Gallo (condannati a 5 anni in primo grado e a 3 anni e 5 mesi in appello, ndr). Avevamo forti sospetti che fossero i rapinatori così li abbiamo portati nel commissariato di Tarquinia.

Da qui abbiamo sequestrato il telefono cellulare e abbiamo letto il messaggio che gli aveva inviato un pregiudicato: l’immagine di 4 bottiglie di spumante. Abbiamo pensato significasse che c’era da festeggiare».

In 7 sono finiti agli arresti per la rapina, oltre ai tre esecutori tra cui Laezza il direttore Massimiliano Ciocia (3 anni e 10 mesi in appello), Domenico Palermo, Daniele Casertano e Chirstian Lanari (condannati a 5 anni e 8 mesi in primo e secondo grado). Il colpo da 200mila euro sarebbe stato fatto grazie al direttore compiacente delle Poste di Canino. Un lavoro semplice e fin troppo facile. «Siamo stati chiamati a verificare l’ammanco dalla filiale - ha affermato una dipendente di Poste Italiane - solo otto mesi dopo. Ho firmato una relazione sul rispetto delle normative per il massimale e la sicurezza e quello che posso affermare è che da Canino mancavano 199,320 euro e il direttore non aveva rispettato le regale della sicurezza. Al di là delle vicende penali e civile c’è anche l’aspetto disciplinare».

Prossima udienza il 15 novembre.

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