Rapina alla gioielleria Bracci, rinviati a giudizio Giuseppe Trovato e Antonio Loria. Per il boss di mafia viterbese e il ristoratore napoletano, come sentenziato ieri dal giudice per l’udienza preliminare, il 10 maggio inizierà il processo davanti al collegio del Tribunale di Viterbo.
I due imputati sono difesi, rispettivamente, dall'avvocato Giuseppe Trovato e dai difensori Remigio Sicila e Giovanni Bartoletti. Il 14 marzo 2018, poco dopo le 13, quattro malviventi misero a segno il colpo portando via dal negozio di preziosi di via del Corso gioielli e denaro.
Un colpo non perfettamente lineare. Per portarlo a termine i rapinatori furono costretti legare col nastro i commessi, spara e ferirsi. Gli esecutori materiali della rapina sono già stati condannati. Ma quello che finora non era stato ancora rivelato è che quella rapina era stata pianificata al telefono dalla mente di Giuseppe Trovato e dai consigli del noto ristoratore viterbese Antonio Loria. Il boss di mafia viterbese, in carcere dal 25 gennaio 2019 per associazione a delinquere di stampo mafioso, sarebbe stato la mente, il mandante e colui che ne avrebbe guadagnato.
Come gli inquirenti siano arrivati a loro, dopo più di 24 mesi dalla rapina, non è più un mistero.
L’avviso di conclusione indagini per la rapina è arrivato solo dopo 25 mesi, ma ha ricostruito interamente un colpo che ha lasciato sgomenta la città. I due nuovi nomi, Trovato e Loria, avrebbero avuto ruoli di spicco. Trovato, il mandante, avrebbe fornito alloggi e mezzi per scappare e poi avrebbe monetizzato i preziosi rubati. Loria invece sarebbe stato il basista, avrebbe istruito i malviventi indicando non solo come muoversi in città ma anche dove fosse la cassaforte e i cassetti da svuotare. E prima di fare il colpo, alle 13 qualche istante prima della chiusura avrebbe offerto il pranzo nella sua pizzeria alle due coppie.
Tutto perfetto, a parte il fatto che i carabinieri ascoltavano ogni parola. Loria risponde anche di spaccio per aver ceduto cocaina a molte persone, tra cui un avvocato. Ma il processo entrerà nel vivo solo il 10 maggio 2020.