Rapina alla gioielleria Bracci, falsa partenza per il processo a Trovato e Loria

Aula
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Maggio 2022, 05:20

Rapina alla gioielleria Bracci, falsa partenza per il processo a Giuseppe Trovato e Antonio Loria. Per il boss di mafia viterbese e il ristoratore napoletano quella di ieri sarebbe dovuta essere la prima udienza del procedimento che li vede imputatati per rapina aggravata insieme alla compagna di uno degli esecutori materiali.

Il 14 marzo 2018, poco dopo le 13, quattro malviventi misero a segno il colpo portando via dal negozio di preziosi di via del Corso gioielli e denaro. Un colpo non perfettamente lineare. Per portarlo a termine i rapinatori furono costretti a legare col nastro i commessi, sparare e ferirsi. Gli esecutori materiali della rapina sono già stati condannati. A far finire i nomi di Trovato e Loria, difesi rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Samuele De Santis, nel registro degli indagati per questo colpo sarebbero state le intercettazioni e alcune soffiate.

Il boss di mafia viterbese in quel periodo era sotto “osservazione” e intercettato telefonicamente per l’operazione Erostrato.

L’avviso di conclusione indagini per la rapina è arrivato solo dopo 25 mesi ma ha ricostruito interamente un colpo che ha lasciato sgomenta la città. I due nuovi nomi, Trovato e Loria, avrebbero avuto ruoli di spicco. Trovato, il mandante, avrebbe fornito alloggi e mezzi per scappare e poi avrebbe monetizzato i preziosi rubati.

Loria invece sarebbe stato il basista, avrebbe istruito i malviventi indicando non solo come muoversi in città ma anche dove fosse la cassaforte e i cassetti da svuotare. E prima di fare il colpo, alle 13 qualche istante prima della chiusura avrebbe offerto il pranzo nella sua pizzeria alle due coppie di esecutori. Si torna in aula il 20 settembre per l’ammissione prove e l'inizio ufficiale del processo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA