Puccica e le prime 600 panchine raccontate in un libro. "Un volume per spiegare il mio amore per il calcio".

Puccica e le prime 600 panchine raccontate in un libro. "Un volume per spiegare il mio amore per il calcio".
di Marco Gobattoni
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Venerdì 21 Settembre 2018, 11:37
Un libro per raccontare il profondo amore per il calcio. Il prossimo 1 ottobre, presso la chiesa di San Francesco a Capranica, Lillo Puccica presenterà il volume dal titolo “Le mie prime 600 panchine”. Un libro che ripercorrerà attraverso cronache, immagini  testimonianze dirette, la lunga carriera di allenatore di Puccica.
Per il mister di Capranica un lungo cammino, passato attraverso la guida della Viterbese e di tante altre realtà calcistiche importanti come quelle di Olbia, Lanciano, Fermana e Lodigiani.
Nell’epopea raccontata da Lillo nel suo primo volume, ci sono però anche gli inizi da calciatore, il rapporto con il grande calciatore capranichese Manlio Morera e le avventure più genuine alla guida della Flaminia Civita Castellana, dove si cimentò un rapporto molto forte con lo storico presidente Roberto Ciappici.
Gli anni della Viterbese sono quelli più struggenti: la salvezza nell’inferno di Nocera Inferiore è storia ma anche la preparazione di quella formazione che poi avrebbe sfiorato la promozione in serie B con Guido Carboni.
La passione per il calcio per Puccica è qualcosa di viscerale: un amore a trecentosessanta gradi, che adesso tocca anche il mondo dei giovani: l’ex tecnico della Viterbese, in questa fase della carriera e in attesa di una nuova chiamata, si dedica al primo amore allenando i bambini della scuola calcio del club viterbese Leoni 1908. A condurre la cerimonia di presentazione del libro, sarà il giornalista di Raisport Massimiliano Mascolo: ospiti dell’evento anche il tecnico della Viterbese Giovanni Lopez e il docente IUSM Antonio Tessitore.
Sulla copertina del libro di Puccica campeggia questa frase “La mia vita calcistica somiglia alle montagne russe: su e giù, mai fino in cima, mai fino a terra”. Nei cuori dei tifosi viterbesi la cima l’ha toccata più volte.
 
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