Provincia, si torna al voto? A Viterbo ipotesi elezioni a giugno 2024. Romoli: «Bene, scelgono i cittadini»

Provincia, si torna al voto? A Viterbo ipotesi elezioni a giugno 2024. Romoli: «Bene, scelgono i cittadini»
di Federica Lupino
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Mercoledì 25 Gennaio 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:11

Si torna al voto per le Province? Pare proprio di sì. E l’ora X nella Tuscia dovrebbe scattare a giugno del 2024, quando scadrà il mandato dell’attuale presidente, Alessandro Romoli, nominato dai sindaci e dai consiglieri comunali. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro degli Affari regionali e delle autonomie, Roberto Calderoli, ha presentato all’Upi, l'Unione province d'Italia, un disegno di legge che stabilisce il ritorno alle urne per la scelta del presidente e dei consiglieri provinciali, superando di fatto la riforma Delrio del 2014.

Presidente Romoli, cosa ne pensa?
“Accolgo con favore la proposta. Col ritorno al voto, da una parte gli amministratori eletti sarebbero i rappresentanti diretti di un consenso popolare diffuso, dall’altra gli stessi cittadini si sentirebbero maggiormente coinvolti nelle attività dell’ente”.

Il risparmio per le casse pubbliche con cui è stata giustificata la riforma Delrio c'è stato?
“I dati mostrano di no. La legge ha fatto solo sì che molte delle competenze delle Province siano passate nelle mani di altri enti, come per esempio la Regione, con conseguenze negative per i cittadini: la Regione è infatti più difficile da raggiungere, gli interlocutori sul territorio sono inevitabilmente diminuiti e i cittadini spesso non sanno a chi rivolgersi. Non parlerei quindi di risparmio, piuttosto di tagli alla sovranità popolare”.

Quali sono state le conseguenze a livello di trasferimenti di fondi e di competenze?
“I fondi a tutte le Province sono stati tagliati. Fondi che erano invece destinati alle nostre strade, scuole, aree verdi e servizi. Basti solo pensare che l’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt), a seguito della riforma Delrio, finisce quasi interamente nelle casse dello Stato centrale e solo una piccolissima parte va invece alla Province.

Stessa cosa avviene con le addizionali sulle assicurazioni Rc auto. Ripeto ancora una volta: queste risorse che ora vanno allo Stato potevano e dovevano invece essere investite sulle strade del territorio e sull’edilizia scolastica. Nonostante queste difficoltà, come Provincia siamo riusciti lo stesso a inserire nel bilancio milioni di fondi da destinare alle strade, all’edilizia scolastica e, per quanto possibile, alle assunzioni di personale”.

E a livello di risorse umane?
“Nel 2014 la Provincia di Viterbo aveva circa 400 dipendenti. Oggi invece, tra pensionamenti e trasferimenti, ne ha 150. Inoltre, dal 2014 al 2018 c’è stato il blocco delle assunzioni. Parlare di depotenziamento delle Province è infatti riduttivo, questi Enti sono stati proprio bloccati. Ma tutto ciò non determina un risparmio per i cittadini. Determina semplicemente minori servizi perché mancano cantonieri sulle strade e i sorveglianti della Provincia si trovano a dover gestire circa 200 chilometri di strade ciascuno a fronte dei 40 chilometri gestiti da sorveglianti Anas. Si pensi poi alle tempistiche necessarie per rilasciare le autorizzazioni in materia ambientale e idrogeologica che si sono inevitabilmente allungate per la mancanza di personale. E chi ci rimette alla fine? Le aziende del nostro territorio, gli imprenditori e lavoratori”.

Si candiderà qualora la riforma venisse approvata in tempi utili?
“Sono e sarò sempre a disposizione del territorio, ma non so ancora cosa riserverà il futuro”.

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