Processo per il crac milonario della spa comunale Cev, chiusura con assoluzione

Processo per il crac milonario della spa comunale Cev, chiusura con assoluzione
di Maria Letizia Riganelli
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Mercoledì 31 Ottobre 2018, 12:48 - Ultimo aggiornamento: 19:10
Crac Cev, assolto Claudio Ciucciarelli. L'ultimo imputato rimasto a giudizio.

Si è concluso, con una sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto, il processo scaturito dalla maxi inchiesta della Guardia di finanza sui conti (e i buchi) della società partecipata del Comune, che per anni ha tenuto in sospeso politici, imprenditori e amministratori della città. «E' una sentenza che si commenta sola dice a caldo l'avvocato Fausto Barili, difensore dell'ingegnere Ciucciarelli insieme a Carlo Taormina - e quella di oggi è una grande vittoria che restituisce tanto del maltolto. Il collegio ha certificato l'insussistenza del reato contestato».


L'inchiesta Cev prende il via nel 2007 con il sequestro di faldoni del Comune da parte della Finanza. Secondo i pm titolari del fascicolo, Paola Conti e Franco Pacifici, i servizi al Cev venivano regolarmente affidati in modo illecito, senza regolari gare a evidenza pubblica. Ciucciarelli finisce anche ai domiciliari, la Procura teme l'inquinamento delle prove. Le indagini si concentrano su un periodo che va dal 2002 al 2008, poi nel 2011 arriva il rinvio a giudizio: in 34 dovranno affrontare il processo. I reati contestati vanno dalla turbativa d'asta alla corruzione, dall'associazione a delinquere alla concussione. Un anno dopo piomba sul processo la prima prescrizione.

Nel corso degli anni ce ne saranno tre, che pian piano porteranno tutti gli imputati fuori dal processo. Resiste al canto della prescrizione solo l'ex sindaco Giancarlo Gabbianelli, ma alla fine dopo anni e anni di dibattimento cede: quattro mesi fa, di fronte all'ennesima richiesta di ascolto testimoni, anche Gabbianelli finisce per accettare la prescrizione. Ciucciarelli resta così l'unico imputato ancora a processo: il reato è la concussione per costrizione, nei confronti dell'imprenditore Claudio Londero. I fatti contestati all'ingegnere riguardano i lavori alla piscina comunale e l'istallazione dei pannelli solari.

La pubblica accusa, dopo aver ricostruito l'inchiesta e citato intercettazioni scottanti, ha chiesto una condanna a 4 anni. La difesa, in oltre due ore di arringa, ha smontato pezzo a pezzo l'accusa di concussione per costrizione. «Abbiamo dimostrato l'inesistenza del profilo costrittivo afferma Barili - perché in quel contesto non c'è stata prova di minacce o violenze».

Le ultime lapidarie parole sono dell'avvocato Taormina: «Giustizia è fatta».
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