Morte di Maria Arcuri, non ci sarà una nuova perizia sulla caduta

Gli avvocati Gasperini e Fontana con la criminologa Bruzzone
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Venerdì 28 Ottobre 2022, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 20:22

Morte di Maria Sestina Arcuri, non ci sarà una nuova perizia. Si è aperta ieri l’istruttoria per il processo davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma, che dovrà riesaminare il caso della giovane ventenne calabrese morta a febbraio 2019 dopo una violenta caduta per le scale. Una morte sospetta che portò il fidanzato, Andrea Landolfi Cudia davanti alla Corte d’Assise di Viterbo per omicidio volontario.

In primo grado fu stato assolto dall’accusa più grave, ma condannato a 4 anni per lesioni alla nonna, presente in casa. L’appello era stato presentato dalla Procura per la sentenza di assoluzione e dalla difesa, avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi, per la condanna di lesioni.

La Arcuri morì tra il 3 e il 4 febbraio del 2019 dopo una fatale caduta dalle scale della casa della nonna di Landolfi, a Ronciglione. Per la pubblica accusa il fidanzato dopo una lite l’avrebbe volontariamente spinta dal parapetto delle scale, facendole violentemente sbattere la testa e la schiena. Ferite così gravi che portarono la donna prima in ospedale e poi alla morte.

La Corte d’Assise di Viterbo dopo aver valutato le prove lo ha assolto, scagionando l’imputato e facendo terminare la detenzione che durava da quasi due anni.

Ieri mattina la Corte ha deciso che non ci saranno nuove perizie per accertare di nuovo la dinamica della caduta, ma saranno risentiti i consulenti tecnici e quelli del Ris. «La Corte di appello di assise avrà la possibilità di comprendere la consistenza e le capacità dei consulenti – affermano i difensori di Landolfi, gli avvocati Serena Gasperini e Daniele Fabrizi - confidiamo in un’assoluzione anche in Appello».

A dare battaglia sarà sicuramente la Procura che, nel lungo appello presentato dopo la lettura delle motivazioni, aveva sottolineato quanto le valutazioni fatte dai giudici di primo grado fossero parziali, aprioristiche e fantastiche. «È evidente - si legge nell’appello della Procura - che i primi giudici hanno disatteso tutti gli elementi forniti loro da questo ufficio e, in altri casi, hanno espresso valutazioni parziali, sempre a favore della versione fornita dall’imputato e dalla nonna sviluppando argomentazioni tecniche, palesemente errate, giungendo a confutare tesi scientifiche senza possedere la benché minima cognizione specifica, omettendo di conferire un incarico specifico a un collegio peritale».

Dalla prossima udienza torneranno a sfilare i testimoni richiesti. Si torna in aula il primo dicembre.

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