Lancia sasso contro il vicesindaco di Proceno, cinquantenne a processo per stalking e lesioni

Carabinieri
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Venerdì 16 Aprile 2021, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 20:02

Lancia sampietrino contro il vicesindaco di Proceno, cinquantenne romano a processo per stalking e lesioni.
L’imputato, durante la quarantena dello scorso anno, sarebbe andato nella seconda casa di proprietà violando palesemente la normativa anticovid. Non solo mentre era nel piccolo borgo avrebbe iniziato a infastidire i vicini di casa.

L’8 aprile 2020 dopo una discussione con una coppia che vive proprio accanto a lui ha chiamato i carabinieri lamentando una presunta effrazione alla porta del suo garage. All’arrivo dei militari sul posto erano già arrivati il sindaco Cinzia Pellegrini, il vicesindaco Roberto Pinzi e l’assessore Alessandro Pifferi. 

I tre, che gli avrebbero fatto notare che stava violando le norme anticovid, sarebbe stati insultati pesantemente. L’imputato avrebbe detto: «Siete una giunta di fascisti». I carabinieri nel tentativo di calmare il cinquantenne romano si sono messi in mezzo. Ma l’uomo fortemente scosso avrebbe mirato un ciottolo e lo avrebbe calciato così forte da farlo arrivare proprio addosso al vice sindaco Pinzi, che si è costituito parte civile con l’avvocato Vincenzo Dionisi.

«Siamo stati allertati - ha raccontato il carabiniere in aula - dall’imputato.

Diceva di aver subito un’effrazione alla porta basculante del suo garage. Ma dai nostri controlli non è risultata nessuna effrazione. Conoscevamo bene il signore, soprattutto per i problemi col vicinato. E mentre eravamo lì con la giunta ha lanciato un sampietrino e colpito Pinzi. Era vicino a me e ho visto che prendeva la mira».

Tutto sarebbe nato da una discussione avuta con una coppia di vicini, anche loro parte civile nel processo.
«Se la prendeva sempre con loro - ha affermato un’altra vicina - Ogni volta che li vede gli inveisce contro. Gli fa le foto e ha sempre qualcosa da dire. Ha anche messo uno specchio sul balcone per poterli osservare».
Stessa storia raccontata anche da un’altra signora. «Io vivo a Roma e due mesi all’anno vado a Processo - ha spiegato - e anche io sono stata vittima dei suoi dispetti. E tutti senza motivo».

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