Presta diecimila euro a un amico e poi ne pretende 40mila alla sbarra per estorsione e usura

Aula
di Maria Letizia Riganelli
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Mercoledì 22 Dicembre 2021, 05:20

Presta diecimila euro a un amico e poi ne pretende 40mila, al via il processo, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, per estorsione e usura a carico di un 40enne viterbese. «Nei primi giorni di maggio di alcuni anni fa - ha spiegato un carabiniere della stazione di Vetralla - venne da noi un trentenne per sporgere denuncia. Ci raccontò che da tempo era sotto minaccia di un uomo a cui doveva dei soldi. Soldi che aumentavano di mese in mese. Ci portò anche delle telefonate che aveva registrato grazie a un’app sul cellulare. Si profilava un’ipotesi di estorsione e usura per questa ragione appena ci fu l’occasione intervenimmo». L’occasione arrivò appena l’imputato chiese l’ennesimo pagamento. Vittima e imputato secondo le istruzioni di quest’ultimo si dovevano incontrare nel parcheggio di Valle Faul. I carabinieri si fecero trovare pronti e filmarono lo scambio. «Eravamo appostati e abbiamo ripreso tutta la scena. Nessuno dei due scese dall’auto ma notammo lo scambio di un pacchetto. La vittima aveva 10 banconote da 50 euro tutte registrate e fotocopiate ore prima in caserma». Terminato lo scambio i carabinieri fermarono l’auto del 40enne e sequestrarono le stesse banconote. «Durante la perquisizione domiciliare sequestrammo anche due telefoni, un tablet e un pc - ha aggiunto il militare - e da questi tirammo fuori tutti gli sms contenenti minacce.

Prove utile al fine della misura cautelare». Al termine delle prime indagini per il 40enne scattarono gli arresti domiciliari. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dalla finanza che ha portato avanti gli accertamenti sui conti correnti tutto sarebbe nato da un prestito di 10mila euro. Quando la vittima, costituita parte civile nel processo insieme alla madre, chiese a un amico un prestito per l’acquisto di una nuova auto. 10mila euro la somma, che in due anni si sarebbe trasforma in un debito di 40mila. La vittima per riuscire a stare dietro ai pagamenti, con tassi fino al 250% in più, avrebbe chiesto l’aiuto della madre che in poco tempo avrebbe prosciugato il conto corrente personale. Nonostante i continui versamenti il debito sarebbe continuato a lievitare, tanto che la vittima sarebbe stata costretta a cedere all’usuraio l’auto comparata con i 10mila euro avuti in prestito. A conferma dei vari pagamenti andati in porto anche un insospettabile testimone. «Io gestisco un bar in piena campagna - ha raccontato il ragazzo - e un giorno è venuto un uomo che non conosco che mi ha lasciato una busta per l’imputato. Non so di preciso cosa contenesse ma sembrava essere piena di carta». Banconote per la precisione, come accertato dalla Procura. Si torna in aula l’8 giugno.

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