Prelevate dalla Romania per andare a “battere” al km 50 della statale Flaminia

Carabinieri
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Giovedì 3 Febbraio 2022, 06:25

Prelevate dalla Romania per andare a “battere” al km 50 della statale Flaminia. Al via il processo alla donna che reclutavano giovanissime per portarle a prostituirsi. L’imputata lavorava con una banda composta da diversi uomini romeni che hanno già chiuso i conti con la giustizia.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le vittime della banda sarebbero state almeno sei. E tutte, al momento, introvabili. Il processo, infatti, stenta a partire perché le ragazze sembrano sparite nel nulla. Dopo aver denunciato la loro schiavitù si sono dileguate, almeno per la giustizia italiana. I membri avevano ruoli specifici e ognuno operava in un preciso campo.

La donna, attualmente a giudizio e difesa dall’avvocato Alberto Parroccini, sarebbe stata la “carceriera” delle ragazze. Giovanissime donne che arrivavano dalla Romania con un aereo pensando di andare in un posto migliore.

Ma una volta atterrate venivano messe al corrente del lavoro che avrebbero dovuto fare e avviate al mestiere. Lavoro che si svolgeva sulla strada, sulla Flaminia tra il km 50 e il km 51.

A spiegare l’indagine i carabinieri della compagnia di Civita Castellana che hanno pedinato, osservato e ascoltato tutti i partecipanti della banda. «Una delle ragazze - ha spiegato un militare in aula - dopo una lite e delle minacce ci ha chiesto aiuto ed è partita così l’indagine. Ci disse che era stata costretta a prostituirsi che le era stato tolto il telefono e non poteva usare i social per comunicare. Poi però è riuscita a scappare e non si è dileguata nel nulla».

L’imputata non solo reclutava le donne ma le teneva sotto stretta sorveglianza e a fine giornata toglieva loro i soldi.

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