Adesso entrambi si sono dati ai distillati. “L’idea di realizzare un gin alternativo con una distillazione diversa mi è venuta dalla voglia di scommettere su un prodotto nuovo che rispettasse però il territorio e la sua tipicità, caratterizzati dal vino”, spiega Schirippa. E Vannini ha detto subito sì: “Ho condiviso dal principio l’idea di Michele accettando di fare parte del progetto Point Five perché credo ci sia un mercato potenzialmente molto interessante per questo tipo di prodotti in Italia e all’estero, in particolare nel Regno Unito dove stanno arrivando numerosi gin stranieri nonostante Londra rimanga la “patria” del London Dry. Inoltre, Point Five mi dà l’opportunitá di lavorare con un caro amico ed é un’ottima scusa per tornare a Viterbo".
Gli elementi che danno vita al gin viterbese sono 5: l’alcol da vino, il ginepro, l’angelica, lo zenzero e l’arancia dolce. La combinazione di queste componenti conferisce al prodotto un profumo e un gusto complesso e armonioso. La prima bottiglia l’hanno venduta un paio di settimane fa ai fratelli Bettini, proprietari di alcuni locali di Viterbo. Il loro prossimo obiettivo? Entrare nel mercato inglese dal 2018.
© RIPRODUZIONE RISERVATA