Poggino, addio al consorzio: diffida del Comune. Ira Pd, il presidente Mancini: «Scelta scellerata»

Poggino, addio al consorzio: diffida del Comune. Ira Pd, il presidente Mancini: «Scelta scellerata»
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 11 Marzo 2021, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 18:40

Apea, addio. Il consorzio nato per ottenere finanziamenti utili alla riqualificazione del Poggino è inchiodato da una diffida firmata da due legali e dal sindaco Giovanni Arena. A scoprire il problema è stato il capogruppo del Pd, Alvaro Ricci, andato su tutte le furie per come si è mossa l’amministrazione. Ma anche il presidente del consorzio, Enzo Mancini, non scherza: «Non so cosa gli passi per la testa. E’ una cosa ridicola, una scelta scellerata: non possiamo partecipare ai bandi». E a legale risponderà con legale.

La vicenda era esplosa in aula. «Sono rimasto stupito di questa diffida che il sindaco, con il supporto di un ufficio legale – ha detto Ricci - ha inviato al consorzio. Ne blocca ogni iniziativa citando una serie di irregolarità, la maggior parte sanate con lo statuto approvato dalla Regione Lazio. Per sistemare tutto si poteva riportare la delibera in consiglio, che aveva deciso e che non è stato informato». Il dem ha parlato di «danni notevoli: sono in pubblicazione bandi regionali per milioni di euro, blocchiamo ogni opportunità». Secondo Arena, «Apea ha portato avanti una serie di azioni in maniera non corretta. Si dovrebbe sciogliere e ricominciare». Poi si è impegnato a riportare la cosa in discussione in consiglio.

La prima reazione di Mancini? Ride. «Per non piangere. Onestamente - spiega - mi pare una cosa molto ridicola, anche se il contenuto è serio». Ci sarebbe la volontà politica «di non portare avanti un’iniziativa presa dalla precedente amministrazione.

La diffida poi è assurda perché finché non hanno firmato tutti i componenti del consorzio non posso fare nulla. Se volevano, potevano modificare la vecchia delibera. Ma arrampicarsi sugli specchi facendo una disamina di come era stata fatta mi pare ridicolo».

Il Comune ha sempre partecipato alle riunioni, perché il dietrofront repentino? «Bisognerebbe chiederlo all’esimio sindaco. L’ultima volta che l’ho incontrato, recentemente – continua il presidente di Apea - ha detto che voleva andare avanti, invece è arrivata la diffida». A legale risponde con legale. «Lo consulterò anch’io, poi vediamo». Cosa si rischia? «Lo scopo dell’Apea è prendere finanziamenti dal 60 al 100 per cento a fondo perduto, per opere di sistemazione e urbanizzazione che non ha mai fatto alcuna amministrazione. Sappiamo tutti bene come è ridotto il Poggino: molto male. C’è un bando che scade a fine aprile, non possiamo partecipare fino a quando non hanno firmato tutti i componenti del consorzio. Vorrei sapere cosa passa per la testa a questi signori, è una scelta scellerata». 

Tra attività artigianali, commerciali e industriali, il consorzio conta circa 2.500 persone. «Ormai la formalizzazione dell’Apea con l’amministrazione non c’è più. Al massimo potremmo pensare di buttare tutto e rifare una domanda senza il Comune. Ma inviare una diffida per pec denota scarsa educazione e sensibilità. Magari – conclude Mancini - poteva fare una telefonata».

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