Ieri mattina, appena letto il giornale, il sindaco Giovanni Arena è intervenuto anticipando tutti. «Grazie a minoranza e maggioranza. C’è la necessità di approfondire – ha detto - bisogna esplicitare meglio sull’articolo 3, comma 5 del regolamento, con la speranza che la delibera venga votata anche dalla minoranza». Da qui la richiesta di sospendere la discussione. Il nodo: l’ultima modifica prevedeva la possibilità di istituire centri federali, ma non andava a intaccare quel comma, che solo nel caso della piscina impone di andare a bando.
Plauso di Gianmaria Santucci (Fondazione) e Andrea Micci (Lega), che nell’intervento di Arena hanno letto buona volontà. Ma perché il sindaco è intervenuto così in apertura? In un clima surreale, Giacomo Barelli (Forza civica) ha spiegato ciò che nessuno aveva ancora detto: «Ha anticipato un argomento che solo Il Messaggero aveva introdotto». E anche il dem Alvaro Ricci lo ha sottolineato. «Non si può procedere alla votazione di alcunché, bisogna tornare in consiglio e modificare il regolamento. Ritirate la delibera, la maggioranza si chiarisca le idee e riaffronteremo la questione».
Eppure anche dall’altra sponda i segnali che qualcosa non andava bene erano arrivati. E proprio da chi aveva firmato il regolamento del 2014, Sergio Insogna (Fondazione): «Quando un consigliere di maggioranza vota no è per far riflettere, lo avevo detto che quella modifica non serviva a nulla. Rischiavamo di sbattere sul comma 5, che vincola. Ha ragione Ricci, questa delibera non si può votare».
In commissione è intervenuto pure il presidente regionale della Fin, Gianpiero Mauretti. Che però non ha fugato i dubbi di Lega e Fondazione. Micci ha chiesto lumi sulle opere necessarie per i campionati europei di nuoto del 2022, Santucci su fatturato, numero di utenti e posti di lavoro nei mesi di affidamento provvisorio. Se le domande supponevano numeri come risposta, questa non c’è stata. «La gestione è onerosa – ha replicato Mauretti – e sui lavori si procede per priorità. Ma eventuali situazioni organizzative per le manifestazioni sono a carico della Fin. I numeri invece non sono ottimali a causa della precarietà dell’affidamento e della pandemia, ma incoraggianti».
Alla fine la delibera di istituzione del centro federale Fin non è stata ritirata ma solo rinviata.
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