Picchia la figlia per difendere la nuova compagna, padre a giudizio

Un'aula di Tribunale
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 9 Settembre 2021, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 13:27

«Corri mamma, papà mi ha pestato di botte». Sono da poco passate le 23 quando a una quarantenne, separata da poco, squilla il telefono. E’ la figlia adolescente che quella sera era affidata al padre. Piangendo le chiede aiuto. E’ disperata. A ripercorrere la tragica serata sono proprio la mamma e la figlia. Questa volta davanti ai giudici del collegio del Tribunale di Viterbo.

Ad ascoltarle anche il padre, imputato per maltrattamenti in famiglia. «Quella sera mio padre - ha detto la ragazza - al termine di una discussione con la sua attuale compagna mi ha preso per i capelli e sbattuto contro il finestrino. E poi mi ha dato uno schiaffo prendendo l’orecchio». La violenza di pochi secondi, accaduti alla fine di luglio del 2020 a Nepi, però è solo l’apice. In oltre due ore di testimonianza madre e figlia raccontano di anni di maltrattamenti e botte. La prima a salire sul banco dei testimoni è proprio l’ex moglie, parte civile nel processo.

«La sera del ceffone - ha affermato - è nata perché la sua compagna stava insultando me e mia figlia e lui invece di difendere la ragazzina l’ha picchiata. Aveva dolore e siamo anche andate al pronto soccorso ma fortunatamente non c’era nessuna lesione all’orecchio.

Per lui questa era la prassi. Mi ha sempre picchiata, per qualsiasi cosa. Io non ho mai detto niente perché avevo paura e pensavo di cambiarlo. Ma poi per i figli, che spesso assistevano, ho detto basta».

A convincere la donna sarebbe stata proprio la figlia maggiore. «Una volta fece anche un video - ha detto ancora la donna - e la mandò alla zia. E’ lei che mi disse: “perché ti fai trattare così“. Mi picchiava anche quando stavamo nel letto. Calci e schiaffi davanti al figlio più piccolo. Lui aveva paura e allo stesso tempo tentava di difendermi, non lasciando il letto matrimoniale». A entrare nel dettaglio della convivenza è stata la figlia. «Mamma e papà hanno sempre litigato e da quando sono piccola che vedo lui alzare le mani su di lei. Quando si sono separati con la mamma stiamo meglio. E io con papà non ci volevo stare. Mio padre è fidanzato con una signora che ci insulta e a me non sta bene. Dice che la mia mamma è una cagna e lui dice che è vero. Per questo quella sera mi ha picchiata».

Le botte di quella sera si sono trasformate prima in una denuncia e poi in una misura cautelare. Da oltre un anno l’imputato non può avvicinarsi ad ex moglie e figli.

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