Pensionati della Tuscia sempre più poveri. Pascucci (Cisl) : "Il 63% prende meno di 750 euro lordi"

Pensionati della Tuscia sempre più poveri. Pascucci (Cisl) : "Il 63% prende meno di 750 euro lordi"
di Federica Lupino
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Martedì 22 Novembre 2022, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 19:09

"Gli aumenti annunciati? Non coprono nemmeno lontanamente l’incremento del costo della vita”. Aldo Pascucci, neo eletto segretario della Fnp-Cisl, analizza e commenta la rivalutazione degli assegni pensionistici che scatterà dal 2023. A partire dal 1° gennaio, infatti, per effetto del decreto firmato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, le pensioni verranno indicizzate, almeno teoricamente, all’andamento dell’inflazione 2022.

L’adeguamento sarà del 7,3%, ma a usufruirne in forma piena saranno solo i titolari di trattamenti fino a 4 volte il minimo Inps, che è di 525,38 euro mensili. Gli aumenti oscilleranno da circa 38 euro al mese per le pensioni minime a 52 euro netti per quelle da mille euro. Cresceranno, invece, di 100 euro i trattamenti da 2.000 euro lordi e di 150 euro netti gli assegni da 4mila euro sempre al lordo.

Le ripercussioni sui pensionati viterbesi? Per Pascucci saranno davvero irrisorie. Innanzitutto, il quadro generale: i titolari di assegno pensionistico nella Tuscia sono 124,994. Di loro, il 63% riceve un assegno che non supera i 750 euro mensili lordi. “Ebbene, per questa che rappresenta la stragrande maggioranza dei pensionati viterbesi, dal primo gennaio l’aumento netto sarà di 38-39 euro al mese. Solo il 4,8%, ovvero quanti nella provincia ricevono dai 4mila euro lordi in su – rivela il segretario della Fnp – otterranno l’incremento massimo previsto, cioè 150 euro netti mensili”.

Per le altre fasce, ecco cosa comporterà l’adeguamento: 63 euro per chi ne prende 1.250; 75 per le pensioni da 1.550; 88 per quelle da 1,75,; ; 101 per quelle da 2.250; 111 per gli assegni da 2.500 e 129 per quelli da 3mila.

Eppure, la vita ora costa molto di più rispetto a un anno fa. “Il carrello della spesa – spiega Pascucci – in provincia nel 2022 è lievitato per un esborso ulteriore pro-capite di 600 euro. E parliamo solo dei beni primari. Se poi aggiungiamo l’incremento di luce e gas, a cui ora si aggiungeranno i rincari imposti da Talete per l’acqua, si capisce che l’adeguamento non copre minimamente i reali aumenti registrati ogni giorno”.

Aumenti che stanno avendo effetti devastanti su molte famiglie. “Persino la classe che un tempo era considerata media – rivela il segretario Fnp – si sta avvicinando alla soglia della povertà. Ogni giorno, alla Cisl si presentano famiglie morose che non riescono più a pagare le bollette: devono scegliere tra il fare la spesa e saldarle. Una situazione simile non l’avevamo mai registrata”. Ed è per questo che il sindacato chiede al Governo interventi mirati: “La gente non ce la fa più a pagare tutto. Occorre – conclude Pascucci – intervenire con urgenza per alleggerire il peso fiscale su pensioni e stipendi, al tempo stesso inserendo misure concrete ed efficaci contro il caro energia”.

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