Pellet, corsa senza freni: in un mese prezzi saliti del 34%. Fino a 15 euro per un sacco

Pellet, corsa senza freni: in un mese prezzi saliti del 34%. Fino a 15 euro per un sacco
di Luca Telli
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Martedì 20 Settembre 2022, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 21:26

Corsa del pellet senza freni, in un mese prezzi cresciuti del 34%. Boom anche per la legna da ardere: lo scorso anno un quintale costava intorno ai 10 euro, oggi la media si aggira poco sotto i 14. E per l’inverno è allarme rosso con le previsioni che parlano di un’ulteriore escalation di rincari e fino a 17 euro (l'ipotesi riguarda il prezzo medio, si potrebbero quindi registrare vette anche di 20 euro) per un sacco da 15 kg.

La folle corsa del pellet per le stufe: prezzo raddoppiato e introvabile

Per capire la situazione e le preoccupazioni dei consumatori basta fare un raffronto tra i prezzi in provincia tra le settimane 8 – 14 agosto e 12 – 18 settembre. Negli stessi punti vendita (tre gli store monitorati in diversi punti della Tuscia) il pellet di faggio è passato da 8,65 euro a 11,79; quello di abete da 8,50 a 11,50. Prezzi le cui uniche oscillazioni sono al rialzo con picchi compresi tra i 13,50 ed i 15 euro. Un salasso e insieme una beffa per le famiglie che, proprio per la maggiore convenienza, avevano deciso di puntare su un impianto a pellet per il riscaldamento domestico. Contro la speculazione che si è scatenata negli ultimi mesi scende in campo Assoconfam (Associazione consumatori e famiglie) Viterbo guidata dal presidente provinciale Giancarlo Di Sorte.

«Quello a cui stiamo assistendo è un fenomeno preoccupante – spiega l’associazione -.

Il periodo che va marzo a inizio settembre è considerato pre stagionale sull’utilizzo di pellet, come una bassa stagione che normalmente consente di risparmiare sul prezzo almeno per acquisti di una certa entità. Quest'anno già ad aprile - maggio si è capito che pellet e legna stavano raggiungendo prezzi record mai visti negli ultimi anni. Per il primo gli aumentati sono anche del 100 per cento, per la legna da ardere del 60-70».

Responsabile di questa situazione «è, in primis, la guerra in Ucraina che ha fatto venire meno il flusso di prodotti legnosi anche per l'embargo dei prodotti e sottoprodotti provenienti da Russia e Bielorussia – si legge ancora nella nota -. L'Italia sconta anche il fatto di essere fortemente dipendente dalle importazioni di pellet per il 70-80 per cento del fabbisogno, mentre parallelamente tutti i paesi europei produttori hanno già tagliato le esportazioni per tutelare il loro mercato interno».

Per i consumatori una stampella non arriva neppure dalla grande distribuzione on line. I prezzi medi, rispetto ai negozi fisici, sono addirittura più alti con punte che già sfiorano i 17 euro per la prima qualità. Proprio la caccia al miglior prezzo ha scatenato i truffatori da cui Assoconfam mette in guardia: «Diffidate da chi propone acquisti di una certa quantità di pellet a prezzi stracciati con pagamento anticipato e consegna a domicilio. Il rischio è di perdere i soldi e non avere il prodotto».

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