Gianlorenzo si difende:
«E' morta la libertà di stampa»

Gianlorenzo si difende: «E' morta la libertà di stampa»
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Sabato 27 Luglio 2013, 21:16 - Ultimo aggiornamento: 21:17
VITERBO - La libert di stampa deceduta a Viterbo. Chi vorr fare un’inchiesta giornalistica dovr evitare di avere fonti e di usare il telefono. Fare inchieste in questa citt non servir a mandare alla sbarra persone che usano la pubblica amministrazione per fare loschi affari ma ci finir il giornalista.

È furioso Paolo Gianlorenzo, accusato dalla Procura di avere utilizzato il suo giornale, l’Opinione, e la sua professione come strumento di ricatto e per ottenere interessi personali.



Nella «macchina del fango» dice di esserci finito lui: «Mi hanno sputtanato le fonti. Non voglio entrare nello specifico delle contestazioni - scrive in un’accorata lettera -. Lo farò davanti a un giudice terzo con gli avvocati e, nonostante tutto, sono fiducioso nella giustizia».



Riguardo all’inchiesta dice: «Lacunosa, superficiale: tanti tentativi di reato ma nessuno di questi, guarda caso, è stato consumato». «Una conseguenza c’è stata - continua - un giornale è stato chiuso». Infine: «Di Battistoni parlerò, carte in mano; di Camilli: sfido chiunque a trovare un solo articolo in cui io lo abbia mai attaccato».
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