Orte-Civitavecchia, in attesa del Tar i sindaci alzano il muro: «No al tracciato verde o sarà ricorso»

Orte-Civitavecchia, in attesa del Tar i sindaci alzano il muro: «No al tracciato verde o sarà ricorso»
di Luca Telli
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Giovedì 27 Maggio 2021, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 20:23

Conto alla rovescia per la sentenza del Tar sulla Orte – Civitavecchia. Dai Comuni Monte Romano e Tarquinia nessuna apertura, porta chiusa al tracciato verde e ricorsi pronti in caso di esito sfavorevole. «Mi auguro che il tribunale amministrativo tenga conto dell’indirizzo della Corte europea dello scorso anno – dice il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi -. Il tracciato che Anas vorrebbe realizzare non è in linea con le direttive comunitarie e con quelle del Ministero dell’Ambiente che, a più riprese, ha espresso parere negativo».

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Per Giulivi, un’eventuale bocciatura al ricorso presentato quasi tre anni fa dalle associazioni ambientaliste sarebbe una porta in faccia a tutto il territorio. «L’impatto ambientale avrebbe degli effetti importanti e, di più, andrebbe contro quella che è la vocazione dell’area – continua Giulivi -. Nessuno mette in dubbio la necessità di concludere un’opera incompiuta da 50 anni, se ci fosse stata una concertazione con i territori non saremmo arrivati a questo punto».

La sentenza del Tar, che non sarà comunque senza appello con la possibilità di ricorre al Consiglio di Stato, «dovrà prendere i passi - continua il sindaco - non solo dagli indirizzi pregressi e dalla contrarierà del dicastero, enti e associazioni, ma nell’interesse della comunità che ha fatto ben sentire la sua voce.

Non da ultimo, dall’esigenza di tutela di una delle aree naturali e paesaggistiche più importanti di Tarquinia. Almeno è quello che spero».

Il punto del sindaco di Tarquinia per arrivare al completamento dell’opera continua ancora a ruotare, in parte, intorno al tracciato viola, quello ipotizzato in un primo momento, ritenuto poi troppo dispendioso e soggetto a criticità non di poco conto. Sulla stessa linea di Tarquinia il sindaco di Monte Romano Maurizio Testa, che se da una parte chiede di scrivere la parola fine sulla trasversale, dall’altra si augura l’apertura di un tavolo di concertazione.

 «Quale che sarà la decisione del Tar, mi auguro che non si arrivi a un muro contro muro che farebbe solo male alla nostra Provincia e al suo sviluppo commerciale e turistico». La soluzione, anche per Testa, passa da una parziale revisione del piano Anas e dalla speranza che il Tar, se bocciatura sarà, lasci nelle motivazioni della sentenza uno spiraglio aperto prima di dare via libera al cantiere rientrato, dalla scorsa settimana, tra le 29 opere strategiche nazionali.

«Di verde questo tracciato ha ben poco – continua -. Parliamo di un sistema con 9 viadotti, 1 galleria e 2 svincoli con dei costi importanti in termini di impatto ambientale. Il Comune di Monte Romano ne soffrirebbe solo in parte, ma capisco bene le ragioni di Tarquinia e del suo sindaco che vedrebbero stravolta la valle del Mignone. Decisioni del genere, che toccano le comunità in maniera così significativa, devono essere prese insieme e non in un’aula di tribunale».

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