Operaio morì precipitando col trattore, chiesti 4 anni per il datore di lavoro

Tribunale
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Martedì 21 Giugno 2022, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 19:05

Morì precipitando nel dirupo col trattore, la Procura chiede 4 anni di reclusione per l’imprenditore Dante Presciutti e 3 per il presunto prestanome Zakir Mahmudov. Entrambi sono accusati di omicidio colposo e violazione delle norme sul lavoro. Il 19 giugno 2020 l’operaio Dimitru Botan, mentre lavorava al taglio del bosco, perse la vita località Piangoli a Soriano nel Cimino mentre era al lavoro su una trattrice agricola. Il mezzo su cui si trovava, probabilmente a causa della forte delle pendenza della zona, si ribaltò su un costone. Il giovane operaio morì schiacciato dal trattore.

Le indagini, coordinate dal procuratore capo Paolo Auriemma e dal sostituto Stefano D’Arma e condotte dai carabinieri di Soriano nel Cimino insieme al Nil e al servizio Spresal della Asl, hanno permesso di ricostruire non solo l’incidente ma anche tutto l’assetto societario che ha portato Presciutti a utilizzare prestanomi per continuare a gestire la sua cooperativa anche quando non compariva a capo della cooperativa. Presciutti, secondo l’accusa, aveva ingaggiato dei prestanome a capo dell’azienda ma di fatto avrebbe continuato a dirigere. Un’ipotesi che sarebbe stata confermata dalle testimonianze di ieri mattina. A raccontare i contatti dell’imputati sono stati infatti gli operai che lavoravano per la Agripò.

«L’infortunio mortale - ha spiegato l’ispettore del lavoro durante il dibattimento - è avvenuto nel bosco di Acquaspasa.

Al primo sopralluogo è stato difficile raggiungere, anche a piedi, il luogo dell’incidente per quanto era scosceso il terreno. Dal punto del primo ribaltamento il corpo del Botan è stato trovato una ventina di metri a valle, poi altri 70 metri più giù c’era il rottame del trattore, nel mezzo tutti pezzi di ferro. Botan era alla guida del trattore: non aveva la cinta, è vero, ma le misure di sicurezza sono pensate per proteggere l’autista per uno massimo due rotolamenti, non per ribaltarsi decine di volte fino a valle. Anche la cabina era completamente deformata: tra il sedile dove stava seduto e la griglia alla fine erano rimasti circa 15 centimetri».

Le difese degli imputati, avvocati Francesco e Roberto Massatani per Presciutti e Samuele De Santis per Mahmudov, hanno chiesto l’assoluzione per non aver il commesso il fatto. «La cooperativa in questione - ha affermato l'avvocato De Santis - era una cooperativa perfettamente funzionante. E il lavoro estremamente duro. Non è stato commesso alcun tipo di reato, proprio come hanno sottolineato i testimoni della difesa che sono tutti credibili».

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