Viterbo, non si trovano operai italiani: il consorzio assume 36 richiedenti asilo

Un richiedente asilo assunto per la raccolta delle patate nel Viterbese
di Renato Vigna
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Venerdì 3 Agosto 2018, 12:25 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 13:13
Sono venuti in Italia per avere un’opportunità di vita. E proprio nel Viterbese l’hanno trovata. Sono 36 i richiedenti asilo dei centri di accoglienza straordinaria della Ospita a Grotte di Castro e a San Lorenzo Nuovo che da qualche giorno sono impiegati nella raccolta delle patate. Una produzione Igp che viene esportata in tutta Italia ma che non attira manodopera locale. Non trovando lavoratori italiani disposti ad effettuare la stagione, il Ccorav, consorzio cooperativo ortofrutticolo dell’Alto Viterbese, ha contrattualizzato i migranti dei Cas. 

«Molti agricoltori – racconta Giulio Cuore, responsabile della Ospita – sono disperati perché non riescono a trovare operai. Si sono rivolti a noi e i ragazzi ne sono entusiasti. Questa è una bella storia di integrazione». Prima di iniziare il lavoro nei campi, tutti sono stati sottoposti a un’attenta visita medica. Quanti sono risultati idonei, hanno ricevuto scarpe e vestiario anti-infortunistico. E a fine luglio è partita la loro avventura (solo alcuni inizieranno nei prossimi giorni), dopo aver firmato il loro primo contratto in Italia. Guadagneranno 62,4 euro al giorno come prevede l’integrativo provinciale degli operai agricoli, per un mese di impiego. Ma poi ci sarà da preparare i campi per la nuova semina. E alcuni di loro potranno presto essere richiamati al lavoro.

«Non è la prima iniziativa del genere per i ragazzi che ospitiamo (257 in totale tra Acquapendente, Onano, Proceno, Grotte di Castro, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, ndc). Già in passato alcuni ospiti – racconta Cuore – sono stati impiegati per la raccolta dello zafferano o la distribuzione di cibo. Ad Acquapendente, Onano e Proceno sono attivi da oltre un anno i lavori socialmente utili: nell’ultimo comune gestiscono piscina e campo sportivo». La Ospita ha anche promosso una cooperativa, “Opera 17” che da un anno fa prima formazione, poi avviamento al lavoro.

«Apprezziamo molto l’impegno del Ccorav. Come Confcooperative – spiega la presidente Bruna Rossetti – dobbiamo lavorare da strumento di aggregazione per facilitare i rapporti tra coop. Ma se non ci fosse stata la lungimiranza dei vertici del consorzio questo progetto non sarebbe stato possibile. Così dimostriamo che l’accoglienza si può fare e siamo convinti che questo possa essere l’inizio di un percorso per dare ai migranti gli strumenti utili al fine di diventare imprenditori di se stessi».
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