Il 3 maggio in via San Luca fu ucciso a colpi di sgabello Norveo Fedeli, settantenne viterbese proprietario di un negozio di abbigliamento in pieno centro storico. A colpire con efferatezza, il ventenne americano Micheal Aaron Pang. Per ben due volte gli specialisti della scientifica sono entranti nella jeanseria. La prima volta, subito dopo la scoperta del cadavere, la seconda due settimane fa. In entrambi i casi hanno sequestrato reperti e fatto rilievi nell'attività. Lo scopo è quello di chiarire ogni punto della vicenda ed evitare possibili zone d'ombra. Ora, a quattro mesi dal brutale omicidio, la scientifica è tornata al lavoro. Stavolta per recuperare il dna dell'indagato, probabilmente per compararlo con quanto sequestrato subito dopo il delitto. Gli inquirenti, infatti, dal giorno del fatto stanno ricostruendo la vicenda su più livelli. Al lavoro ci sono anche i finanzieri che stanno passando al setaccio scontrini e carte di credito di Pang.
La difesa del giovane americano non ha nominato consulenti. Al momento le uniche certezze sono quelle legate alla tempistica dell'efferato omicidio. E alla spontanea confessione di Pang, che poche ore dopo essere stato fermato dai carabinieri ammise il delitto e chiese perdono a tutti. «Sono stato io - avrebbe detto il giovane al giudice che lo interrogò - e chiedo perdono alla famiglia Fedeli, alla mia e a tutta la città di Viterbo. Non so darmi pace per quanto accaduto». Il ragazzo è rinchiuso a Mammagialla, dove sta studiando l'italiano, da oltre 4 mesi.
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