Omicidio di Mammagialla, richiesta di rinvio a giudizio per due agenti della penitenziaria

Mammagialla
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Martedì 29 Marzo 2022, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 22:02

Non seguirono le disposizioni mediche, due agenti della Penitenziaria di Mammagialla indagati per l’omicidio, in questo caso colposo, di Giovanni Delfino. Il sessantenne viterbese morì nel marzo 2019 per mano del suo compagno di cella Singh Khan. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per il responsabile del padiglione D1 e quello pro tempore del reparto isolamento del carcere viterbese. Secondo l’accusa “non avrebbero valutato ed eseguito, per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, le disposizioni impartite dalla psichiatra e dalla psicologa”.


Le due professioniste, prima che il detenuto fosse spostato nella cella con il 60enne, avevano scritto sui certificati che Singh avrebbe dovuto essere in “grandissima sorveglianza e in camera di pernottamento da solo”. Inoltre la psicologa aveva annotato nelle schede di livello che esisteva un alto rischio suicida e alto rischio di violenza. Le disposizioni sarebbero arrivate sulla scrivania dei due responsabili di Mammagialla, quindi non potevano non sapere. «Erano perfettamente a conoscenza», scrive la Procura nella richiesta di rinvio a giudizio - nonostante ciò il detenuto fu spostato in cella con Giovanni Delfino».

Il sessantenne viterbese morirà poco dopo il trasferimento: Singh lo aggredirà a colpi di sgabello per futili motivi. L’indiano per il delitto è stato già condannato: la Corte d’Assise di Viterbo, in primo grado, gli ha inflitto 14 anni, con solo uno sconto perché considerato parzialmente sano di mente.


La Corte d’Appello di Roma, accogliendo le motivazioni della difesa (avvocato Antonio Carlevaro), gli ha concesso le attenuanti e ridotto la pena a 12 anni di reclusione. Khan sta scontando la condanna in una Rems, dove viene curato per i problemi mentali riscontrati. Questa nuova richiesta di rinvio a giudizio per l’omicidio di Delfino è stata accolta con soddisfazione dagli avvocati di parte civile, Carmelo Pirrone e Paride Sforza, che dal primo giorno puntarono il dito sulla sorveglianza di Mammagialla. Che secondo loro avrebbe avuto responsabilità sull’accaduto. Domani i due indagati compariranno davanti al gup Savina Poli per l’udienza.

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