Omicidio Bramucci, gli arresti a Roma est: le indagini tra i vicinissimi

Omicidio Bramucci, gli arresti a Roma est: le indagini tra i vicinissimi
di Maria Letizia Riganelli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 15 Settembre 2022, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 19:48

Arresti a Roma Est e indagini tra i vicinissimi. Svolta nell’omicidio di Salvatore Bramucci. Il 58enne originario di Civitavecchia ucciso il 7 agosto scorso a Soriano nel Cimino con 6 colpi di arma da fuoco, sparati a distanza ravvicinata. Un agguato mortale messo a segno seguendo un preciso disegno, pianificato con appostamenti nei giorni precedenti. I primi due arresti sono stati eseguiti martedì mattina all’alba su ordinanza del gip.

Omicidio Bramucci, svolta nelle indagini, «i killer arrivati da Roma est»: arrestati due 48enni

A finire in manette con l’accusa di omicidio in concorso aggravato dalla premeditazione, ricettazione e porto abusivo di arma di sparo Tonino, detto Tony, Bacci di 48 anni e il coetaneo Lucio La Pietra. Sarebbe stati loro a fare fuoco, probabilmente assoldati da qualcuno su cui gli inquirenti stanno ancora indagando. Qualcuno che conosceva bene alcuni familiari della vittima, sui cui al momento si starebbero concentrando gli sforzi degli investigatori.

Entrambi gli arrestati, come sottolineato dagli inquirenti, sono romani e hanno diversi precedenti. «Si tratta - ha spiegato il procurare capo Paolo Auriemma durante la conferenza stampa - di due persone con un profilo criminale di spessore. Dobbiamo continuare a mantenere il massimo riserbo perché siamo ancora nella fase iniziale delle indagini. Quel che al momento è certo è la premeditazione dell’omicidio. È stato accertato come gli arrestati si sono recati sul luogo del delitto anche nei giorni precedenti per studiare l’abitazione, possibili vie di arrivo e vie di fuga e i movimenti della vittima».

In totale sono 5 le persone indagate. Due arrestate e tre a piede libero. Si tratta di uomini residenti nella zona di Roma Est, tra Torre di Nona e Guidonia. Alcuni di loro sarebbero collegati con l’ambiente familiare di Bramucci. Le indagini, del Nucleo investigativo guidato dal colonnello Marcello Egidio, sotto il coordinamento del pm Massimiliamo Siddi, hanno subito messo in evidenza che l’azione era stata il frutto di un agguato organizzato in ogni minimo dettaglio, preceduto anche da sopralluoghi nella zona teatro dell’omicidio.

E’ stata scandagliata, quindi, la vita della vittima e sono state messe sotto stretta osservazione le relazioni che Salvatore Bramucci aveva anche in ambienti criminali. A spingere gli investigatori sulla pista giusta però sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza.

L’agguato infatti sarebbe stato pianificato anche con sopralluoghi. Il 4 agosto in particolare il “commando di fuoco” sarebbe arrivato a Soriano nel Cimino per studiare la zona e gli orari della vittima. A riprenderli una telecamera. E ad avere la certezza che fossero proprio loro sarebbe stato un dettaglio non da poco. Tre degli indagati infatti sarebbe arrivati a Soriano a bordo di due autovetture. Una Smart “pulita” con a bordo due persone messa a copertura e una Giulietta Alfa Romeo subito dietro con un solo uomo. Giulietta risultata rubata a giugno scorso a Ronciglione.

La stessa composizione è tornata sulla strada il 7 agosto per commettere l’omicidio. In particolare si è accertato che tre persone, a bordo delle due autovetture, avevano raggiunto la località rurale Acquafredda-Basso della Campagna, dove attendevano l’uscita della propria abitazione della vittima. In una frazione di secondo gli hanno bloccato la strada e a distanza ravvicinata gli hanno esploso sei colpi di arma da fuoco alla testa e alla parte superiore del corpo, provocandone la morte immediata. «I mezzi tecnologici - ha affermato il comandante provinciale Massimo Friano - sono stati di supporto agli investigatori che grazie alle immagini della video sorveglianza sono riusciti a risalire al commando di fuoco. Un lavoro intenso e veloce riuscito grazie alla collaborazione tra più reparti speciali dell’Arma e alla conoscenza del territorio».

I provvedimenti eseguiti rappresentano un primo risultato investigativo che dovrà essere approfondito. A mancare infatti è ancora il movente. Il motivo per cui un commando armato il 7 agosto ha fatto fuoco contro Bramucci. E soprattutto chi è il mandante dell’omicidio. «Siamo ancora al lavoro - ha detto infine il comandante Egidio - questo è solo il primo step di un’indagine complessa e delicata che coinvolge sicuramente più persone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA