Omar Neffati si è ucciso a 27 anni: trovato in casa dalla sorella. Lottava per avere la cittadinanza

Omar Neffati
di Maria Letizia Riganelli e Ugo Baldi
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Sabato 14 Gennaio 2023, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 21:54

«Non posso partecipare ai concorsi, votare, andare in Erasmus. Anche se io a scuola, all’università, ci sono andato come voi. Mi vengono negati diritti elementari, sono considerato un cittadino serie B e sono costretto ogni volta a rinnovare il permesso di soggiorno». Eccole le parole di Omar, cariche di dolore nella loro verità. Parole che nella sua breve vita ha ripetuto su ogni palco che gli veniva messo a disposizione. Lui, sorridente e arguto, quei palchi li scaldava con la voce di chi soffriva per vivere in Italia senza essere considerato cittadino italiano. Omar Neffati, 27enne di origine tunisina, si è tolto la vita giovedì a Sutri. La sorella, che non aveva sue notizie da ore così come diversi suoi amici, è entrata in casa e lo ha trovato senza vita. Si sarebbe ucciso con una corda al collo. Inutili i soccorsi. Non sono ancora stabiliti i termini per i suoi funerali (con rito musulmano). Nelle indagini sulla morte del giovane, affidate ai carabinieri non sarebbe prevista l’autopsia sulla salma.

Neffati era simbolo della lotta per il riconoscimento della cittadinanza agli stranieri. Non c’era piazza o convegno che non l’ha visto protagonista. Era il portavoce del Movimento Italiani senza cittadinanza ma militava in tante associazioni impegnate per i diritti: dall’Arci, al Tavolo Asilo e immigrazione, Unipride, la Rete NoBavaglio, era militante della Cgil e nel Partito democratico.

Associazioni che ieri hanno mandato messaggi di cordoglio carichi di amarezza. 

Il giovane Omar ha animato la comunità delle associazioni viterbesi e non. Figlio di tunisini, arrivato da piccolissimo in Italia, viveva a Viterbo. Tra i tanti messaggi che hanno inondato le pagine social di Omar una ragazza scrive: «Avrei voluto un giorno leggere del tuo giuramento, nella tua amata Viterbo, vedere le foto del tuo grande giorno». Era questo il sogno di Omar, giurare da cittadino italiano. Quel giorno, nonostante anni di lotte e dibattiti, non arriverà. Ha scelto di smettere di combattere per quei diritti che tanto amava. A Viterbo e non solo ha lasciato dolore e tante domande aperte a cui sarà difficile dare risposte. «Continueremo ad impegnarci nelle battaglie - scrivono dal Tavolo Asilo e immigrazione - che ci hanno visti uniti e insieme, quelle per i diritti e per l’uguaglianza, quelle per andare oltre i confini e oltre la cittadinanza».

Anche il Comune di Viterbo ha espresso cordoglio per Neffati: «La città di Viterbo e tutta l’Amministrazione sono vicino al dolore della famiglia di Omar Neffati, giovane attivista della Tuscia, impegnato in politica, conosciuto e amato in tutto il territorio».

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