Olimpiadi, il viterbese Valerio Grazini e il rinvio: «Giusto così, adesso bisogna sparare al virus»

Valerio Grazini
di Marco Gobattoni
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Giovedì 26 Marzo 2020, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 16:39
Un sogno e una possibilità che arriva ogni quattro anni e che per quest’anno è svanita con vista 2021.
Valerio Grazini, atleta viterbese plurimedagliato dentro una carriera dedicata al tiro a volo, stava lavorando in funzione dei tornei preolimpici che fungono da qualificazioni alle Olimpiadi giapponesi. Tutto questo però, è stato spazzato via dal dramma sanitario scatenato dal coronavirus che ha costretto il Cio ha posticipare i Giochi olimpici di un anno.

«Per me e per noi sportivi le Olimpiadi sono un qualcosa di straordinario – spiega al telefono Grazini – in questo momento però, non riuscivo a pensarci molto: tanti miei colleghi in Nazionale vivono in Lombardia: alcune persone che ho conosciuto quando mi sono andato ad allenare da quelle parti sono morte; mi sento spesso con i miei colleghi e tutti hanno deciso di sospendere gli allenamenti come ho fatto anche io: in questo momento sparare e allenarsi diventa difficile visto».

Grazini, che a soli 14 anni diventò Campione del mondo a Tangeri con la maglia della Nazionale italiana, avrebbe dovuto giocarsi le prime chance in Coppa del Mondo in India; poi gli Europei ad inizio giugno in Francia con in palio il pass per i Giochi olimpici. «In India hanno rinviato tutto, mentre non si sa ancora cosa accadrà in Francia. I posti per volare a Tokio sono pochi: il primo del ranking mondiale ci va di diritto, ma senza competizioni a disposizione è difficile ottenere una classifica veritiera. In Francia poi si assegna soltanto un posto per il Giappone: la mia paura era che il Cio decidesse di interrompere tutto e andare avanti con chi aveva già la qualificazione».

Allora meglio rinviare di un anno per rendere le Olimpiadi veramente l’appuntamento della ripartenza e consentire a tutti gli atleti di giocarsi le carte allo stesso livello.  «Quando pensi in maniera fissa a un evento importante come questo, sapere che viene rinviato un pizzico di dispiacere lo provoca – ammette Grazini –  quella presa dal Cio però è la soluzione più giusta per consentire a tutti gli atleti di avere le stesse possibilità di qualificazione. Era difficile capire se potevo continuare o meno gli allenamenti nel centro sportivo a Ferento, visto che nelle varie ordinanze la cosa non è specificata in maniera chiara».

Oggi il poligono di tiro di Ferento è una struttura all’avanguardia nel settore del tiro a volo: un bicampo dove potersi allenare con le migliori tecnologie sportive, spara piattelli elettronico e fosse olimpiche di misura federale. “E’stato un investimento che in gran parte ho coperto da solo – rivela Grazini – con un aiuto dai miei sponsor e un piccolissimo contributo dalla federazione. Dopo questa bufera ci sarà da affrontare anche il discorso economico: qui si parla solo dei danni provocati al calcio, ma tutti gli sport avranno un disperato bisogno di aiuti per ripartire».
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