Università: piccola è bella. Soprattutto quando è vicina e/o sotto casa. E così la “Tuscia” si ritrova in cima alla classifica degli atenei italiani che hanno registrato una rilevante percentuale di crescita dallo scorso primo novembre rispetto ad analogo periodo del 2019. I dati sulle immatricolazioni e iscrizioni raccolti dal ministero dell’Università e della ricerca registrano l’exploit di dieci sedi e issano l’ateneo viterbese al primo posto (+56,3%), seguita da Perugia (+35,3), Orientale di Napoli (+32,4), Messina (+27,4%), Foggia (26,8%), Verona (+26,7%), Sannio (+21,7%), RomaTre (21,6%), Camerino (+17,6%), Genova (+17,6%).
Cosa ha determinato l’incremento? Al Ministero lo legano, da un lato alle misure an ti-Covid19, come il divieto di spostamento da una regione all’altra, dall’altro alla “no tax area” che ha annullato o ridotto le tasse di iscrizione. «Per quanto ci riguarda – afferma il rettore Stefano Ubertini – le famiglie hanno apprezzato il nostro sforzo: con la fascia Isee innalzata a 22.000 euro, sulle borse di studio "raddoppio bonus cultura" (500 euro per studenti meritevoli e in condizioni di difficoltà) e sugli interventi per ridurre il digital divide (oltre 500 tablet destinati agli studenti)».
Ma i numeri forniti dal ministero vanno aggiornati. «L'andamento positivo delle iscrizioni – rivela Ubertini - è di grande soddisfazione per una comunità che ha affrontato con grande impegno la pandemia affinché gli studenti potessero continuare il loro percorso accademico regolarmente.
Numeri alti anche per il traffico registrato dai portali digitali. «“Quello dedicato all'orientamento (unitusorienta.it) – precisa il rettore - e gli open days virtuali di marzo e settembre (tutt'ora disponibili sul web) hanno avuto un riscontro eccezionale con migliaia di contatti e visualizzazioni. E certamente gli studenti hanno apprezzato la nuova didattica mista, con lezioni erogate a distanza e in presenza, con un sistema di prenotazione online e garantendo i migliori requisiti di sicurezza».