Frontiera delle coltivazioni biologiche: il Viterbese caso sia nazionale che europeo. Ai giornalisti delle tv straniere piovuti in zona per indagare sul passaggio dall'agricoltura convenzionale a quella bio, si sono aggiunte le telecamere di Report. La trasmissione di Rai Tre diretta da Sigfrido Ranucci ha in cantiere un'inchiesta di Bernardo Iovene e ieri ha inviato una troupe alla Fattoria Lucciano di Borghetto (Civita Castellana). L'inchiesta parlerà anche dei finanziamenti dell'Ue ai produttori di nocciole.
La tv austriaca ha scelto invece l'azienda agricola (nocciole, olive, castagne e uva) di Giacomo Andreocci a Vignanello. «Si fa comunque informazione - dice quest'ultimo si ascoltano pareri, anche contrapposti, e va bene.
Oggi sarà la volta di Sabrina Giannini, giornalista con fucus su agroindustria, monocolture e consumo critico che ha presentato ieri a Viterbo il suo libro La Rivoluzione nel piatto. Gianni farà visita a tre aziende del Biodistretto per un servizio televisivo sulla Rai. In lista di attesa ci sono poi giornalisti e tv inglesi e danesi, ma ce ne saranno.
«È il vento europeo a spingere tanti nel nostro territorio ha spiegato il presidente del biodistretto, Famiano Crucianelli - perché l'agricoltura biologica, la biodiversità, il contrasto ai pesticidi sono temi che noi sosteniamo da diversi anni e che oggi sono all'ordine del giorno dei governi europei. Questo interesse oggi è reso ancor più forte da due ragioni: la presenza della multinazionale Ferrero nel nostro territorio e il conflitto che, sui temi della chimica di sintesi e degli erbicidi, si è avuto qui fra il Biodistretto e le associazioni di produttori».
Crucianelli dice di aver ribadito «che noi chiediamo ai nostri interlocutori istituzionali e ai produttori, quindi indirettamente alla stessa Ferrero, che la Tuscia può diventare un laboratorio europeo sulla sostenibilità. Cosa che darebbe grandi opportunità a questo territorio. I fatti di questi giorni, la presenza così significativa di mezzi di comunicazione ne sono un'ulteriore testimonianza. Sta a noi tutti, sviluppando pratiche virtuose e sostenibili nel coltivare nocciole, evitare che questa ricchezza si trasformi in un problema».