Nocciole e biologico, il fenomeno viterbese è un caso europeo. Nuove inchieste tv in arrivo

Giacomo Andreocci a Vignanello
3 Minuti di Lettura
Sabato 11 Settembre 2021, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 17:42

Frontiera delle coltivazioni biologiche: il Viterbese caso sia nazionale che europeo. Ai giornalisti delle tv straniere piovuti in zona per indagare sul passaggio dall'agricoltura convenzionale a quella bio, si sono aggiunte le telecamere di Report. La trasmissione di Rai Tre diretta da Sigfrido Ranucci ha in cantiere un'inchiesta di Bernardo Iovene e ieri ha inviato una troupe alla Fattoria Lucciano di Borghetto (Civita Castellana). L'inchiesta parlerà anche dei finanziamenti dell'Ue ai produttori di nocciole.

Nocciole, lo scontro nella Tuscia diventa caso internazionale: articoli su stampa estera e servizi tv

La tv austriaca ha scelto invece l'azienda agricola (nocciole, olive, castagne e uva) di Giacomo Andreocci a Vignanello. «Si fa comunque informazione - dice quest'ultimo si ascoltano pareri, anche contrapposti, e va bene.

Per noi produttori un valore aggiunto è questa esposizione mediatica: si mettono in evidenza realtà di valore come la nostra».

Oggi sarà la volta di Sabrina Giannini, giornalista con fucus su agroindustria, monocolture e consumo critico che ha presentato ieri a Viterbo il suo libro La Rivoluzione nel piatto. Gianni farà visita a tre aziende del Biodistretto per un servizio televisivo sulla Rai. In lista di attesa ci sono poi giornalisti e tv inglesi e danesi, ma ce ne saranno.

«È il vento europeo a spingere tanti nel nostro territorio ha spiegato il presidente del biodistretto, Famiano Crucianelli - perché l'agricoltura biologica, la biodiversità, il contrasto ai pesticidi sono temi che noi sosteniamo da diversi anni e che oggi sono all'ordine del giorno dei governi europei. Questo interesse oggi è reso ancor più forte da due ragioni: la presenza della multinazionale Ferrero nel nostro territorio e il conflitto che, sui temi della chimica di sintesi e degli erbicidi, si è avuto qui fra il Biodistretto e le associazioni di produttori».

Crucianelli dice di aver ribadito «che noi chiediamo ai nostri interlocutori istituzionali e ai produttori, quindi indirettamente alla stessa Ferrero, che la Tuscia può diventare un laboratorio europeo sulla sostenibilità. Cosa che darebbe grandi opportunità a questo territorio. I fatti di questi giorni, la presenza così significativa di mezzi di comunicazione ne sono un'ulteriore testimonianza. Sta a noi tutti, sviluppando pratiche virtuose e sostenibili nel coltivare nocciole, evitare che questa ricchezza si trasformi in un problema».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA